Le previsioni degli scienziati non sembrano dargli scampo. Entro quindici anni Kivalina, piccola isola situata tra l’Alaska e la calotta polare artica, scomparirà.
Non sarebbe il primo né l’ultimo caso della storia del pianeta. Il problema è che l’isolotto è abitato da quattrocento persone, tuttora in lotta con le autorità governative statunitensi per ottenere i finanziamenti necessari ad un esodo tranquillo.
Principali cause del deterioramento di Kivalina, che nel 1838 aveva una superficie tre volte maggiore di adesso, è l’aumento della temperatura del pianeta e il conseguente scioglimento dei ghiacci che non offrono più al lembo di terra la protezione per resistere alle mareggiate.
L’isola ha cominciato ad abitarsi nei primi anni del 1900, ritenuta un luogo importante per la pesca. La crescita occupazionale ha permesso la costruzione delle prime case e, quindi, anche di una scuola. Tutto ciò sembra però destinato a scomparire, con la speranza che gli abitanti trovino una sistemazione migliore senza dover sfuggire all’avanzamento del mare.