Le condizioni meteorologiche non hanno consentito di aspirare le 3.360 tonnellate di petrolio fuoriuscite ieri dalla piattaforma norvegese Statjord A nel mare del nord, ma la macchia larga circa 23 chilometri quadrati si sta dissolvendo e resta comunque ben lontana dalla costa.
Lo ha comunicato poco fa il portavoce della compagnia energetica StatoilHidro, Gisle Johanson. La chiazza, che adesso avanza verso nord est spinta dal vento, e’ composta da idrocarburi di tipo leggero che si dissolvono progressivamente sotto l’effetto degli agenti atmosferici, evitando cosi’ il rischio di una marea nera. La compagnia petrolifera ha pertanto deciso di non ricorrere allo spargimento di prodotti chimici sulle acque.
Quattro navi di filtraggio delle acque e altre quattro per il posizionamento di barriere galleggianti si trovano attualmente nei pressi del disastro pur non potendo operare ostacolate dal mare in burrasca con onde alte anche 4-5 metri. La fuoriuscita, considerata dai giornali come ”bomba ambientale”, è per volume la seconda nella storia della Norvegia dopo quella causata da un’esplosione sulla piattaforma Bravo nel 1977.