Rolex Sydney Hobart-Yacht Race, Rosebud vincitore overall secondo le classifiche provvisorie

di Redazione 159 views0

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Matt Allen, Commodoro del Cruising Yacht Club of Australia, questo pomeriggio ha formalmente annunciato il STP65 americano Rosebud di Roger Sturgeon (Ft. Lauderdale, Florida) come vincitore provvisorio overall IRC in tempo compensato della Rolex Sydney Hobart Yacht Race. Questa è la terza vittoria simile da parte di uno yacht americano. Le precedenti risalgono al 1972, con American Eagle (Ted Turner), e al 1977 con Kialoa III (Jim Kilroy).

Dopo la vittoria, Sturgeon ha dichiarato: “Sono estasiato, non ci posso credere. Abbiamo lavorato duramente per due anni su questo progetto. Avevamo un piano preciso e lo abbiamo mantenuto. E’ una vittoria inaspettata, parecchi fattori erano a nostro sfavore. Siamo davvero in paradiso. La regata è stata fantastica e raggiungere la Tasmania è stata un’esperienza speciale. Era come se avessimo navigato per sei mesi e finalmente avessimo avvistato terra. E’ stato davvero emozionante”.

Rosebud si è di recente aggiudicato la vittoria della divisione IRC in tempo compensato nella SOLAS Big Boat Challenge e la Rolex Rating Series, regata preliminare alla Rolex Sydney Hobart. Rosebud è il primo esemplare varato nell’ambito della nuova classe STP65. Ispirati dal successo della classe TP52, i due maggiori yacht club americani organizzatori di regate d’altura, il Storm Trysail Club e il Transpacific Yacht Club, hanno sviluppato la regola STP65. Si tratta di una classe a “box-rule” per yacht a chiglia fissa ad alte prestazioni e dislocamento leggero, con parametri fissi per regate offshore e inshore. La lunghezza overall è di 20 metri, il dislocamento è compreso tra 13.000 e 13.400 kg e il piano velico è ampio per garantire buone prestazioni anche con venti leggeri.

Gli skipper delle altre barche ancora in regata hanno dovuto abbandonare ogni speranza di vincere il trofeo più ambito della Rolex Sydney Hobart Yacht Race, la Tattersall’s Cup assegnata al vincitore overall IRC. Nel corso della notte, infatti, la flotta è rimasta abbonacciata all’altezza di Storm Bay. Mentre Rosebud era comodamente attraccato alle banchine di Elizabeth St Pier, il TP52 Ragamuffin di Syd Fischer, secondo in classifica, il Cookson 50 Quantum di Ray Roberts (terzo) e il Reichel/Pugh 55 Yendys di Geoff Ross erano in procinto di doppiare Tasman Island in un clima di assoluta incertezza.

Nella tratta d’avvicinamento all’isola, Quantum Racing si trovava davanti a Ragamuffin e Yendys in classifica IRC, navigando in poppa piena con un forte vento da nord ovest. Tuttavia, le calme nelle ultime 41 miglia del percorso hanno stravolto i piazzamenti parziali e la vittoria è passata nelle mani di Rosebud. Le tre barche hanno raggiunto l’arrivo in sequenza ravvicinata procedendo sotto spinnaker con un vento instabile da sud est, poco dopo le 3 del mattino. Quantum Racing ha battuto Yendys per soli due secondi, mentre Ragamuffin ha tagliato l’arrivo con 6 minuti e 42 secondi di distacco, battendo entrambi gli avversari in tempo compensato. Alla fine è stato Rosebud ad aggiudicarsi la vittoria IRC in tempo compensato con un margine di 1 ora, 21 minuti e 33 secondi su Ragamuffin e ulteriori 36 minuti su Quantum Racing.

Ray Roberts ha dichiarato: “Il Cookson era perfettamente in assetto per questo tipo di Rolex Sydney Hobart Race, nella quale abbiamo avuto due periodi alle andature portanti in piena velocità, soprattutto nella parte finale del percorso lungo la costa della Tasmania dove abbiamo surfato toccando punte di 22-24 nodi. Questo ci ha consentito di guadagnare parecchio tempo su Rosebud. Abbiamo recuperato sette miglia su Ragamuffin e qualcosa di simile su Yendys e all’altezza del faro della Tasmania eravamo in ottima posizione. Purtroppo lì ci siamo imbattuti in una bonaccia e siamo rimasti fermi per circa un’ora; poi all’altezza di Raoul abbiamo incontrato un’altra zona di piatta, procedendo a una velocità di circa due nodi”.

“A metà strada del fiume Derwent – ha proseguito – il vento è ruotato da sud est ai quadranti settentrionali e la navigazione si è fatta ancora più lenta. Al faro della Tasmania avevamo un vantaggio di 14 miglia su Syd (Fischer), il quale è poi riuscito a recuperare tutto il distacco. E’ stata un’esperienza frustrante. In Tasmania ho pensato, ‘che bellezza, questo è il mio anno’. È dal 1984 che ci provo e ho pensato che finalmente questa fosse la volta buona. Mi sono dovuto rintanare da solo per quasi tutta la mattinata per riprendermi dalla delusione e rimettermi in pista. Passi da momenti di grande aspettativa a totale disperazione, e ti devi ricordare che in fondo si tratta solo di una regata. Devi ridimensionare le cose e procedere oltre”.

Syd Fischer si è detto entusiasta della prestazione del suo ultimo Ragamuffin, piuttosto che deluso del risultato ottenuto. Fischer ha modificato il Farr design TP52 acquistato da Roy Disney rendendolo più robusto e montando una nuova chiglia per fornire maggiore stabilità di bolina e potenza. “Abbiamo planato spesso raggiungendo punte di quasi 30 nodi,” ha dichiarato Fischer. “Questa barca è piuttosto diversa dalle altre che ho avuto in passato. Devi spostare tutto l’equipaggio a poppa. Plana in modo incredibile e quando entra in un’onda non s’inabissa. Se il peso è nel posto giusto, riesce subito ad uscire dall’onda. Passa parecchia acqua sulla coperta ma se non altro non s’immerge come un sottomarino”.

In merito al suo secondo piazzamento, Fischer, come sempre di poche parole, ha commentato: “Ebbene sì, ne ho avuti parecchi”. Stando alle dichiarazioni di Fischer, Ragamuffin ha sofferto soprattutto nella bonaccia al largo di Tasman Island. “E’ stata la corrente a permetterci di passare l’isola. Abbiamo sfiorato le rocce. Siamo riusciti a doppiare l’isola a malapena e poi finalmente abbiamo trovato un po’ di vento”.

Anche Bruce Taylor, armatore del nuovo Reichel/Pugh 40 Chutzpah, altro pretendente della Tattersall’s Cup, è rimasto entusiasta delle sue prestazioni, nonostante il quarto piazzamento. Navigando in poppa piena ha raggiunto due volte punte di 25.4 nodi, mantenendo una media di 20 nodi per parecchi minuti. “Alle andature portanti questa barca è un razzo, un mini Volvo 70” ha dichiarato Taylor.

“Abbiamo chiesto a Reichel/Pugh di progettare una barca veloce nei grandi laschi in oceano e il nostro desiderio è stato esaudito. Fatica un po’ nelle regate sulle boe ma in oceano è una barca eccezionale, sebbene un po’ bagnata”. Stando a Taylor, Chutzpah ha perso la chance di vittoria non all’altezza di Storm Bay bensì nello Stretto di Bass durante la seconda notte in gara, quando è rimasta abbonacciata per circa due ore e poi ha navigato per sei ore in poppa piena a una velocità di soli quattro nodi.

Alle 6 di ieri pomeriggio, 21 barche avevano completato il traguardo, 58 erano ancora in gara.

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