Prosegue la navigazione di Fedor Philippovich Konyukhov, il navigatore russo che sta partecipando, come unico concorrente, all’Antarctica Cup. Questa affascinante competizione prevede la circumnavigazione a vela, in solitaria, dell’Antartide, con partenza e arrivo ad Albany in Australia. Un “viaggio” di circa 14mila miglia in una zona inospitale, fredda e pericolosa, che prevede il passaggio dei tre capi (Leewin, Horn e Agulhuss) prima dell’approdo. A bordo del suo monoscafo Open 85 Trading Network Alye Parusa il navigatore russo, non nuovo a imprese simili, si trova al momento a 45°27.84’S e 19°31.50’W, in una zona dell’Atlantico meridionale in cui il rischio iceberg è estremamente elevato.
“Non ci crederete – ha raccontato ieri al telefono Konyukhov, che era salpato lo scorso 26 gennaio – ma qui a 47° S in nell’Atlantico c’è la stessa temperatura che ho trovato a 57° S nel Pacifico. Non oso pensare a che temperatura avei trovato tenendomi alla stessa latitudine dopo aver doppiato Capo Horn… credo che avrei dovuto raschiare di continuo il mio scafo per togliere il ghiaccio! Il fatto che qui sia pieno di iceberg non è una sorpresa, la temperatura dell’acqua è prossima allo zero. Con i venti da Nord Ovest la vita a bordo è migliore, ci sono temperature più miti e un mare meno agitato, ma appena l’aria cambia e arrivano le correnti da Sud-Sud Ovest subito il clima diventa più freddo. Queste temperature e il vento che tocca anche i 20 nodi creano un po’ di difficoltà. In più, stiamo navigando nell’autunno dell’emisfero australe, e mi rendo conto della differenza”.
“E’ abbastanza preoccupante sapere di essere circondati da iceberg – ha proseguito – e anche se non ne ho ancora visto uno dovrò fare molta attenzione per evitarli. Mi sento come in un campo minato, non c’è spazio per errori o distrazioni. Durante la notte cerco di non pensare a ciò che c’è davanti alla prua di Trading Network Alye Parusa. Rischio di impazzire, anche perché è difficile pensare ad altro”.
“Ricordo – ha detto poi – di aver visto un film sul giro del mondo che sir Peter Blake ha compiuto sul suo catamarano ENZA. Il titolo di questo film era semplicemente “Non è una latitudine per errori & Impossibile cercare la mamma”. Beh, è esattamente la situazione nella quale mi trovo io. Sono nell’Atlantico meridionale, nell’area denominata di “relativa inaccessibilità” per eventuali soccorsi sia dal Sudamerica che dall’Africa, nella quale transitano moltissimi iceberg. Mi trovo a 1.000 miglia dal meridiano di Greenwich, e una volta che l’avrò passato sarò tornato nell’emisfero orientale – ha concluso – a 118 gradi dal traguardo di Albany”.