Diporto o turismo? Isyba si interroga in merito

di Redazione 226 views0

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L’Italia, primo produttore al mondo di ‘Super-Yachts’ e di ‘Navi da Crociera’, non e’ in grado di sfruttare il potenziale economico indotto dalle Imprese Armatoriali e da quelle di Servizi, a cui è negato ideologicamente il diritto di operare in modo competitivo con le altre Imprese della Unione Europea. Al riguardo non sono serviti i dati più volte pubblicati dal CENSIS circa il valore dell’economia del mare nel suo complesso (cluster) e, soprattutto, non e’ mai stato preso in seria considerazione il ‘fattore di moltiplicazione 9,8′ proprio del settore Diporto (per ogni euro speso per acquistare unita’ nuove, se ne spendono quasi 10 per utilizzarle e mantenerle in efficienza).

In altre parole il Legislatore italiano ha continuato a favorire l’industria meno redditizia per l’economia generale (la Cantieristica), rispetto a quella dei Servizi Professionali che potrebbe meglio contribuire al PIL.

Cluster Nautico: 1 euro speso per acquistare unita’ da diporto genera 9 euro di spesa a valle, come afferma da anni il CENSIS. E allora sviluppiamo le Imprese di Servizi italiane, i professionisti che abbiamo, Mediatori Marittimi e Raccomandatari Marittimi. Senza continuare a favorire chi e’ in grado di ‘sovvenzionare’ soluzioni di favore.

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