Il Mini Fastnet è stato sempre considerato la regata del Circuito Mini di maggiore fascino ed importanza dopo la Mini Transat. Il ritorno, dopo 14 anni, delle Azzorre muterà probabilmente questa percezione. Tuttavia crediamo che questa Classica monumento meriti, rispetto ad altre prove del calendario, una disamina più approfondita dei risultati tecnici che ha espresso.
Mi diceva Caracci a Sanremo che la barca della Joschke aveva, nella possibilità di inclinare a poppa il suo armo appoggiato in coperta, il suo punto di forza nelle portanti con vento forte. In quelle condizioni spuntava le armi di chiunque, e chi si provava a seguirla, pur trattandosi di califfi come Manuard o Le Blevech, in breve sbarellava fuori giri.
A quanto pare il nuovo armatore di Eva Luna non ci ha messo molto ad imparare il trucco… E’ vero che il suo finale ad ovest della diretta gli ha permesso di dilatare il vantaggio fino a più di 3 ore ma è nella discesa a rotta di collo verso l’Estuario della Gironda, con NW forte che si è scrollato dalla poppa gli avversari. Quattro podi in 4 regate di prestigio non sono certo un caso. Incaselliamo quindi il nome di Thomas Ruyant tra i nuovi “grandi “della Classe Mini. In questa occasione ha voluto fare le cose per benissimo, associandosi un co-skipper del valore di Riou,settimo nel 2007 sul Camaleon di Rolland.
Al secondo posto i sudafricani di Shaha Moya hanno garantito il giusto tocco di internazionalità alla prova. Bravi loro, eredi della prolifica scuola anglosassone, ed ancora fenomenale la barca. Il loro 419 non è che il Magnen del 2003 che ha portato Sharp nel 2005 e Brennan nel 2007 all’identico quarto posto alla Transat… incredibile!
Solo 34, infinitesimali secondi hanno diviso il terzo dal quinto! Il 719 di Bertrand e il 716 di Shipman: ricordiamo questi numeri e questi nomi perchè costituiscono le uniche consolidate novità del panorama 2008-09. Ormai siamo a fine Giugno e questi skipper ormai sono 2 mesi che si rendono protagonisti di tutte le regate. Questa volta hanno chiuso a sandwich tra di loro il Manuard 630, portato da Aubrun e Barnaud che fino a questo punto della stagione si sono alternati al timone del mezzo. Chi avrà l’onore di sparare il colpo grosso alle Azzorre?
Nelle posizioni di rincalzo notiamo i soliti noti: Il 346 che Manuard portò nel 2003 e che il nuovo skipper, Bourges, ha immaginificamente dotato di albero inclinabile di lato, il 348, argento a Bahia l’anno scorso. Il Croato Haynsek ha venduto il suo 509, gemello di Speedy Bonsay, col quale ha staccato il settimo alla Transat. Ha corso col nuovo armatore portandolo ad un incoraggiante nona posizione.
Le Diraison, su 679 di Sam, ci pare sia stato invece zavorrato dalla presenza a bordo della Graulle, sua compagna e prima donna serie (14ma) nel 2007 e relegato ad un ottavo che gli sta sicuramente stretto. Forse il gioco tra i Proto di estrema punta è un tantino troppo complesso per una pur bravissima dilettante come lei. Appena a seguire ritroviamo a chiudere i “ten” il vetusto e gloriosissimo 198, vincitore di 2 Transat, levatrice di “rialberatore Hardy” e che il biondo Picault sta imparando a portare molto bene. Tra le note dolenti ci permettiamo di segnalare CO2 ,vincitore del GPI.
Marine Feuerstein,sempre brillante in Med, ha evidentemente sofferto il cambio di passo degli avversari atlantici. Parimenti deludente, secondo noi, è stato Jason 650 il cui nuovo armatore tedesco, affiancato dal connazionale Zurrer, finisher alla Transat 2007 su Pogo 1, non ha saputo rinverdire gli spunti che il grande J.M. Vidal seppe imprimere a quel progetto nel 2006. Gaetano Mura ha concluso il suo Fastnet e può esserne orgoglioso. Credo che il suo co-skipper , Il croato Sime Stipanicev, abbia ben poco da recriminare sulle prestazioni di Castelpesca, dal momento che per tutta la regata è rimasto a vista della barca sua gemella: il Lucas – Raison 231.
Tra i Serie abbiamo assistito ad un altro duello franco-anglosassone. Lautrou l’ha spuntata per soli 7 minuti sull’inglese Bond. Quest’ultimo corre sul Pogo 2 che Laureyssens rese imprendibile nella Mini 2005. In questa occasione si è affiancato all’australiano Brennan che abbiamo citato in precedenza come quarto su Rafiki 419. Entrambi gli armatori partiranno tra poco più di un mese da Les Sables: saranno ancora scintille!
E finalmente troviamo sul podio di una grande regata corsa in condizioni veramente “atlantiche” un “non Pogo 2”! Guillou, vincitore oltrettutto della Demi Clè, si è issato al terzo posto sul suo Tip Top. Era ora che il progetto di Manuard battesse un colpo come questo! Apolloni, lo si legge sul suo sito, non è contentissimo della sua prova. Io credo che il napoletano sia un uccello d’altomare che si esprime meglio in solitario… del resto tra non molto avrà tutto il modo di dimostrarcelo.
Ed il D2? Tra i Serie sarebbe arrivato settimo… Ok, Ok è solo la prima barca navigante, da solo contro decine di Pogo 2… Ha comunque trovato condizioni estremamente vantaggiose per i suoi spigoli. Mi raccontava Gaetano e si evince anche dal racconto di Riccardo, che il ritorno ha espresso dei traversi con più di 25 nodi. E gli spigoli, allora, quando dovrebbero servire? Mi sa che la presa della Bastiglia è ancora di là da venire…
E’ partito, e si è ritirato, su 151, Quentin Monegier, che ha perso l’anno scorso il suo Rolland Taboon, che debuttò al GPI, come molti ricorderanno.
Anche il Presidente della Classe Francese, Grau, questa volta è sceso tra di noi. E’ partito con Isabelle Magois, su Pogo 2, ritirandosi. Chi ha avuto il privilegio di ascoltare i racconti della 2003 da parte di Alessandro Zamagna, gustosi come solo la sua cadenza romagnola può renderli, riconoscerà in Isabelle Magois la protagonista della soppressione a manovellate di un grosso uccello che le si era insediato, senza permesso o voglia di sloggiare, in cabina!
Finisco con una nota di nostalgia del tutto personale: sul decimo Serie ho letto della presenza di Valerie Tisserau. Questa skipper franco-hawayana, fisico da fotomodella con lineamenti e occhi inconfondibilmente esotici, allietò con la sua presenza tutti i briefing pre-start dell’edizione 1999, a cui entrambi partecipammo. Lei fu così brava da arrivare fino in fondo ed è ancora in pista. Bella e bravissima!
(Stefano Paltrinieri – Classe Mini 6.50)