Ernesto Bertarelli ricorda la vittoria della 32° America’s Cup

di Redazione 295 views0

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A un anno esatto di distanza dalla regata decisiva, il patron di Alinghi Ernesto Bertarelli ricorda la vittoria dell’America’s Cup 2007, rievoca le emozioni provate e parla del futuro della competizione.

“Nei miei ricordi della vittoria del 2007 c’è la fantastica atmosfera che siamo riusciti a creare a Valencia per tutto l’evento e per la finale dell’America’s Cup. Di sicuro non ci aspettavamo una regata fantastica come quella! Bisogna proprio avere due equipaggi eccezionali per arrivare ad un finale come quello del 3 luglio scorso. Ogni singola regata è stata epica. Non è mancato nessuno di quegli elementi che rendono il match race così eccitante. Per me è stato un successo assoluto”.

Vincere la regata finale per un solo secondo: che sensazioni hai provato?
EB: L’attesa, la suspense, la tensione e il dubbio, non sapere fino alla fine se avevamo vinto o no, ha reso la regata così speciale e ci ha lasciato nella memoria un ricordo così forte che nessuno potrà mai dimenticare.

Possiamo parlare di missione compiuta o in qualche modo qualcosa rimane in sospeso?
EB: Io penso che il lavoro fatto da Alinghi e da AC Management, da quando abbiamo vinto nel 2003 fino al 3 luglio 2007, quando Alinghi ha vinto di nuovo, sia stato un lavoro ben fatto. E’ stato ragionato, ben implementato e interamente completato. In verità credo che il risultato raggiunto sia stato al di là di ogni aspettativa sia nei termini di evento che in termini di competizione.

È passato un anno e adesso siamo in una situazione differente…
EB: L’America’s Cup è il più antico trofeo al mondo, ha una lunga storia. Quello che la rende molto interessante è che non è mai stata uguale. Ogni nuova edizione dell’America’s Cup è differente, sebbene nessuno si aspettava un cambiamento così drastico come quello in qui siamo coinvolti adesso; una “Deed of Gift” regata tra due enormi multiscafi. Come chiunque altro, io penso che il cambiamento sia un fatto positivo, anche se io sono un pò “schizofrenico” sull’argomento. Ci stiamo lasciando alle spalle una grande quantità di lavoro; una grande quantità di successi e un un pezzo di storia: tutto quello che abbiamo costruito a Valencia per Valencia e con gli equipaggi che hanno contribuito al nostro successo nel 2007. Ci stiamo spostando in una nuova era, dove la tecnologia sarà l’argomento principale un pò più di quanto lo è stata nella storia recente della coppa. Quello che stiamo costruendo, la velocità e la complessità che dobbiamo guardare in faccia regatando con questi giganti multiscafi, rappresentano un punto di rottura. Sono contento e non vedo l’ora di regatare con queste barche.

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