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“Ci trainano fuori alle sette, passiamo la chiusa con un pubblico numeroso e poi ci mollano fuori dalla diga. Bisogna bordeggiare fino alle dodici, ora dello start, stando attenti ad altri ottantanove Mini e agli spettatori. Dopo un paio di bordi decido di mettermi alla cappa e aspettare in pace, preparando il vestiario, il Gps, insomma un po’ di riti. Esce il gommone della barca giuria e lo seguo. Non faccio molta fatica: sono con la sola randa con una mano e faccio sette nodi in poppa. Posizionano la linea e il disimpegno. Mi piazzo alla cappa, sopravento alla barca giuria, mure a dritta. Iniziano la procedura con gli otto minuti, poi cinque, poi quattro. Mi infilo sopravento, ho un attimo di esitazione, scado sottovento, ma parto molto bene. Davanti a me un groviglio di tre barche incastrate con le crocette e volanti che ruotano su sé stesse: le evito e parto con una mano e solent. Il vento è sui venti nodi, il mare piatto, cerco di bordeggiare al meglio, ma arrivo alla boa tra gli ultimi. Mi ripeto: sono solo altre milletrecento miglia!”.

Da La Rochelle, in Francia, a Salvador de Bahia, in Brasile: 4.200 miglia di oceano in solitario, a bordo di una barca a vela di soli sei metri e mezzo.
Andrea Pendibene è stato il più giovane italiano ad aver partecipato, nel 2007, alla Transat 6.50, la regata per solitari che attraversa l’Atlantico dall’Europa al Sud America, meglio nota come Mini Transat, proprio perché riservata alle piccole imbarcazioni della classe Mini. Un banco di prova obbligato per i giovani che ambiscono a entrare nell’élite dei grandi solitari oceanici.

Mini Transat è l’avvincente diario di bordo della regata, fra i pericoli e le difficoltà della navigazione in solitario, i venti contrari, l’incognita del pot au noir, il ‘pozzo nero’ compreso tra sette e cinque gradi Nord di latitudine, dove piatte estenuanti si alternano a temporali e groppi improvvisi. Ma il diario di Andrea Pendibene è anche il racconto delle tante difficoltà superate per riuscire a partire: una sorta di guida per i tanti giovani che coltivano lo stesso sogno ma che, come lui, devono riuscire a trovare i mezzi per poterlo realizzare.

Andrea Pendibene nasce a Viareggio nel 1981. Dopo l’istituto nautico e il diploma in Progettazione navale presso l’Università di Genova, brucia le tappe nella sua preparazione per la Transat 6.50, sognata sin da bambino: nel 2007, con Perle de Sueur, l’imbarcazione scovata in Svizzera, è il più giovane italiano di sempre a partecipare alla regata. Nello stesso anno si classifica primo alla Regata dei Cetacei, quarto alla Mini Lion e quinto, in coppia con Luca Zoccoli, alla Fastnet Race Uk. È campione italiano classe Mini 6.50 categoria Serie. Attualmente è in attesa di discutere la tesi in Ingegneria nautica sul Class40 che vorrebbe costruire, collabora come consulente per studi e cantieri nautici e porta avanti il sogno di fare della sua passione una professione: l’architetto-navigatore.

Andrea presenterà il programma agonistico, il team, l’imbarcazione, al prossimo Salone di Genova il giorno 7 ottobre, ore 15. Interverranno: Andrea Palombi della Casa Editrice Nutrimenti e velista, Giovanni Soldini come padrino del progetto, Fabio Pozzo de La Stampa, Fabio Colivicchi Resp. federale FIV, Cino Ricci (in attesa di conferma per impegni dovuti alla Barcolana), Bert Mauri del Cantiere Mauri compositi come costruttore del class40 italiano per Andrea e Sam Manuard, progettista navigatore francese, co-progettista insieme ad Andrea del class40.

Redazione

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