Che giornata! Solo coloro i quali conoscono nei minimi dettagli tutte le Rolex Middle Sea Race sapranno dirci se una giornata come quella di oggi si è mai vista prima. Iniziata con la risoluzione della sfida per i cosiddetti ‘Line Honours’ (la vittoria in tempo reale), la giornata sta terminando con una serie di aspre battaglie sul campo di regata, tra cui un violento temporale che ha costretto numerosi equipaggi a ritirarsi con gravi danni a rig, alberi e vele.
Iniziamo dai fatti positivi. Il 68 piedi Alegre (GBR, nella foto) di Andy Soriano ha tagliato il traguardo questa mattina alle 07.20 assicurandosi la vittoria in tempo reale. Il Royal Malta Yacht Club ha accolto il vincitore con la tradizionale cacofonia di clacson, battimani e gridi di congratulazione. Ogni yacht, anche il più lontano, è accolto come se si trattasse di un famigliare scomparso da molto tempo; quelli che, con le loro appassionanti sfide, hanno tenuto in suspense gli spettatori radunati sulle terrazze del club ricevono un benvenuto ancora più frastornante. Anche Rosebud/Team DYT (USA), che ha tagliato il traguardo terzo quasi otto ore dopo il primo, è stato accolto con fervore e ammirazione.
L’equipaggio ha perso la sua sfida nella notte di martedì e nelle prime ore di mercoledì mattina quando è rimasto intrappolato in un buco di vento nei pressi di Castellammare. L’STP65 Moneypenny (USA) di Jim Swartz si trovava un po’ più al largo e secondo Francesco de Angelis, una delle teste di serie in pozzetto, si è trattato di un piano in parte voluto in parte fortuito dopo il giro di Stromboli: “la prima volta che ci siamo diretti a nord è stata programmata, la seconda è capitata quando ci siamo imbattuti in un paio di buchi inaspettati. Abbiamo navigato bene in questo periodo riuscendo a mantenere una buona pressione fino a Trapani, mentre la maggior parte delle barche più interne a noi l’ha persa. Era una di quelle situazioni in cui secondo noi non si poteva rimanere nel mezzo.” Mezzo dove invece si è piazzato Rosebud/Team DYT.
Malcolm Park, project manager di Rosebud/Team DYT, ha descritto così il momento cruciale secondo la sua prospettiva: “Moneypenny ha fatto la sua regata fino in cima alla Sicilia trovando delle ottime raffiche. Noi abbiamo cercato di afferrare la coda del ponente; anche Alegre ha tentato di fare lo stesso, ma è andata più sottocosta per sfruttare i residui di corrente. Quello che è accaduto a noi è stato davvero frustrante. Eravamo vicinissimi a Moneypenny quando ci ha passato.”
In tutti gli sport c’è un elemento di rischio quando si tratta di prendere delle decisioni. Nella vela d’altura le scelte tattiche richiedono estremo sangue freddo. Se sbagli, sei finito. Se le azzecchi, è tutto rose e fiori. Tenendo conto del fatto che il vento non si comporta sempre come previsto, calcolare e minimizzare il rischio non è una cosa semplice. Secondo De Angelis Alegre ha rischiato parecchio quando ha deciso di dirigersi sottocosta verso Castellammare.
Andy Soriano ha dichiarato: “la tratta da Stromboli fino a Trapani è stata molto difficile. Bisognava mantenere il sangue freddo e rispettare il piano originario. Nell’avvicinamento allo Stretto non abbiamo seguito il nostro programma e questo ci è costato parecchio. Abbiamo iniziato a duellare con Moneypenny lasciando che Rosebud ci passasse da fuori, dove avremmo voluto essere noi, poiché quella era la posizione più sensata in queste condizioni. Dopo Stromboli, Will (Best, il navigatore) ed io ne abbiamo discusso, concordando che questa volta avvicinandoci alla costa nord della Sicilia saremmo stati fedeli al nostro piano.”
Best a sua volta ha commentato: “stavamo per dirigerci al largo verso Stromboli, ma poi quella notte abbiamo deciso di puntare direttamente sottocosta. Dalle carte meteo avevamo visto che di notte c’era un po’ di brezza lungo la costa. Siamo stati davvero fortunati trovando una buona aria, mentre tutti quelli che si sono tenuti al largo probabilmente sono rimasti abbonacciati.” West ha poi parlato di un’altra arma segreta: “l’altra cosa che ci ha aiutati è stata la corrente che ci ha tenuti sempre in movimento. Non avevamo motivo di strambare verso il largo dato che la corrente ci stava portando esattamente dove volevamo. Siamo riusciti a oltrepassare Capo San Vito e procedere tranquillante sul nostro cammino.” Best è alla sua prima Rolex Middle Sea Race ed è ovviamente felicissimo di aver conquistato i ‘Line Honours’, e con modestia ha imputato il trionfo a un paio di colpi di fortuna. De Angelis è stato più spiccio, “sono entrati nella fascia di vento costiero qualche minuto prima di noi e lì ci siamo giocati la regata.”
Mentre Moneypenny e Alegre convergevano, la barca di Soriano registrava un vantaggio di 2-300 metri e navigando sopravvento aveva, a tutti gli effetti, il coltello dalla parte del manico. Tuttavia, la regata non era certo finita qui, con 250 miglia nautiche ancora da percorrere e numerose decisioni da affrontare. Nonostante gli insoliti venti di 12-15 nodi, il mare era quello tipico della regione. Corto, affilato e ripido.
“Per un giorno e mezzo la navigazione è stata molto faticosa, non tanto per il vento quanto per il fastidiosissimo mare. Secondo dove ti trovi in barca, può sembrare di cavalcare uno stallone impazzito – ha spiegato Soriano, ovviamente felicissimo di tornare a casa con i primi ‘Line Honours’ nella vela d’altura per Alegre e un cronometro Rolex – Siamo davvero emozionati. E’ il culmine di tanto duro lavoro da parte di tutti, inclusi alcuni che non sono qui con noi ma che hanno contribuito enormemente al lavoro del team. E’ un tributo a mio figlio che ha messo insieme l’equipaggio, un coeso gruppo di velisti amatori e professionisti. Sconfiggere alcuni dei regatanti più forti al mondo è un credito ai miei ragazzi che non hanno mai smesso di combattere – anche se alle volte giocavano a carte,” ha commentato Soriano aggiungendo: “non è certo facile leggere un libro con tutte le vele che sbattono e 17 altri velisti che ti sbirciano alle spalle.”
Che cosa è accaduto nel resto della giornata? Da dove iniziare? La maggior parte della flotta, ieri notte si trovava sparpagliata tra Favignana e Pantelleria, avendo atteso per tutto il giorno che la brezza da sud la raggiungesse. Alcuni, tra cui Georges Bonello DuPuis a bordo di Escape (MLT) erano rassegnati a trascorrere un’altra notte senza un briciolo d’aria; altri, come Ivan Mellia e Windriven (MLT) stavano finalmente entrando nel vento ed erano diretti a sud con un buon passo, anche se di bolina.
Non appena i leader si erano ormeggiati a Grand Harbour Marina, dove si stavano gustando una meritata birra, dal campo di regata sono iniziate a sopraggiungere cattive notizie: la flotta era stata travolta da un violentissimo temporale, mentre un fronte, associato a una bassa pressione sulla Sardegna, passava su Pantelleria all’ora di pranzo.
La prima barca a chiamare il quartier generale della regata via radio è stata Oxygene (ITA), il cui equipaggio ridotto non riusciva a far partire il motore per caricare le batterie e di conseguenza navigava senza strumenti verso Pantelleria per valutare le loro possibilità. Alle 09.00 era il turno di Sciara (ITA), che si ritirava dalla regata dopo aver rotto l’albero. Il suo skipper, Filippo Lancellotti, ha riferito: “ci trovavamo circa un miglio dopo Pantelleria ed eravamo impegnati in un bellissimo duello con Vikesha, quando l’albero si è spezzato proprio in cima. Non c’era molto vento, forse 22 nodi, ma il mare era brutto e pestavamo violentemente su ogni onda. E’ un peccato ritirarsi, ma siamo tutti OK e torneremo.” Lancellotti ha ringraziato l’equipaggio di Vikesha (MLT), il cui skipper è Timmy Camilleri, per essere rimasto accanto a Sciara mentre l’equipaggio riprendeva il controllo della situazione.
Quattro ore più tardi, le previsioni meteo indicavano il sopraggiungere di un forte vento, oltre 40 nodi, nella zona del percorso intorno a Pantelleria. Alle 14.00, Sandro Musu, skipper di Aziza (MLT), ha prontamente confermato l’arrivo del vento, dichiarando: “eravamo 13 miglia a sud di Pantelleria quando siamo stati colti da un’enorme groppo sopraggiunto dal nulla. Stava già piovendo a dirotto, ma il vento è passato da 20 nodi a più di 40, e forse oltre, in un istante. Ero al timone e il vento ci ha completamente rovesciati su un fianco per parecchi minuti, finché non siamo riusciti ad ammainare le vele. Stiamo bene e andremo in porto a valutare i danni, ma siamo senza randa quindi ci ritireremo.”
Queste condizioni sono completamente opposte a quelle delle precedenti 48 ore di calma piatta, ed è proprio questo che rende la Rolex Middle Sea Race una regata così impegnativa. Tutti dicono che questa parte del Mediterraneo in ottobre è imprevedibile. Musu, che lo scorso anno si è ritirato durante la prima spaventosa notte, ha trovato un po’ di humour nella situazione: “la parte più buffa è stata quando Matthew ‘Pizzel’ Fiorini è dovuto salire in coperta in mutande per aiutarci a sistemare le vele.”
Poco dopo, Richard Falk, skipper di Gyrate (GBR), ha confermato l’intensità del temporale che ha colpito la flotta annunciando il suo ritiro: “alle 13.00 siamo stati travolti da vento di oltre 55 nodi e colpiti da un fulmine. Il vento è sopraggiunto senza alcun preavviso e i danni alla randa sono irreparabili. Potremmo continuare, ma abbiamo preso la difficile decisione di ritirarci.” Ivan Mellia e Windriven (MLT) ci hanno chiamato descrivendo condizioni simili. Windriven ha cercato riparo a Pantelleria per valutare l’entità dei danni causati dal temporale. Anche lo yacht italiano Storm si è ritirato.
Per chi è ancora in regata, la notte si prospetta lunga e bagnata. La pioggia sul percorso ha ora raggiunto Malta deprimendo i morali dopo l’entusiasmo della mattinata. Il vento tanto atteso appare di breve vita e resta da vedere se qualcuno potrà strappare la vittoria overall ad Alegre, che attualmente detiene la pole position in tempo compensato. Stando alle previsioni meteo per le prossime 24 ore, coloro che non passeranno Lampedusa stanotte avranno una lunga e penosa navigazione fino a Malta. La prossima barca a raggiungere il traguardo dovrebbe essere RAN (GBR). Sulla linea di partenza si sono presentati settantasette yacht. Tre hanno concluso la regata e nove si sono ritirati. Questi i tempi di percorrenza degli yacht che hanno completato la regata:
1. Alegre (GBR) 3 giorni 19 ore 20 minuti 16 secondi
2. Moneypenny (USA) 3 giorni 19 ore 55 minuti 52 secondi
3. Rosebud (USA) 4 giorni 3 ore 10 minuti 34 secondi