La concomitanza con la Giornata per la Terra rileva l’Ericsson Racing Team e la flotta della Volvo Ocean Race ad una distanza di 1300 miglia nautiche dal traguardo di Boston, U.S.A., punto d’arrivo della sesta tappa.
La flotta, nel corso di questa circumnavigazione attorno al globo, ha già percorso più di 30.000 miglia e la vede attraversare quattro dei cinque oceani del mondo. Il nuovo percorso, attraverso l’India , il Sud-Est Asiatico e la Cina, ha consentito ai marinai di vivere da vicino un’esperienza dei climi di tutto il mondo, consentendogli di vedere di tutto, da un estremo all’altro.
Nelle precedenti tappe che lo hanno visto attraversare il Pacifico e gli oceani del Sud, Magnus Olsson, lo skipper di Ericsson 3, che è al suo sesto giro attorno al mondo, aveva più volte evidenziato quanto fosse scarsa la fauna marina.
Durante la quarta tappa, da Singapore alla Cina, molti marinai hanno affermato che bisognava stare sempre all’erta per il pericolo di detriti galleggianti nel mare della Cina, in un caso si trattò addirittura dei resti di una casa. Fu in questa quarta tappa che Ericsson 3 entrò in collisione con un oggetto sommerso e dovette far rotta su Taiwan dove si è fermato due settimane per riparare lo scafo.
“Nel corso degli ultimi 10 anni ho sempre navigato attorno al mondo, e ritengo che vi siano chiari indizi per poter affermare che la situazione stia cambiando” ha detto Richard Mason, capo guardia su Ericsson 3. “Nell’oceano del Sud si vedono meno albatros e meno balene. E’ evidente che i sistemi meteorologici si stanno facendo più estremi e sono un pò più imprevedibili. Come è certo che nelle zone in cui abbiamo navigato in questa regata abbiamo visto molti più detriti ed in alcuni degli angoli più nascosti del mondo abbiamo notato un maggior peggioramento degli effetti delle attività umane. E’ molto difficile quantificare questi effetti, ma questa è senza dubbio l’impressione generale e la sensazione che si percepiva.”
“Dato che la rotta seguita in questa edizione della regata è completamente differente dall’ultima circumnavigazione a cui presi parte nel 2001 – 2002, non è facile fare un paragone. Ma in ogni caso sono sicuro che in mare la quantità di detriti generati dall’uomo è aumentata,” ha detto Guy Salter, responsabile della comunicazione a bordo di Ericsson 4.
“Da appassionato biologo quale sono, cerco sempre di scorgere qualche indizio della presenza di fauna marina, e mi sorprende sempre vedere come anche gli altri ragazzi abbandonano il loro atteggiamento da uomini duri per lasciarsi andare ad ammirare la vita dell’oceano,” continua dicendo Salter. “Ma non siamo riusciti a scorgere molto di questa vita. E’ possibile che questo sia da imputare al tipo di barca sui cui siamo, spesso le sue appendici producono un forte rumore nell’acqua, o magari è dovuto al fatto che la chiglia è di un colore arancione brillante. Ma potrebbe anche essere imputato al fatto che c’è semplicemente meno fauna.”
D’altro canto i marinai hanno potuto ammirare albe e tramonti pieni di colori, quelli che da terra non si possono vedere così bene. Hanno anche navigato in condizioni molto piacevoli, come si trovano a fare in questo momento grazie agli alisei dell’Oceano Atlantico del Nord.
“Dopo che abbiamo avuto un paio di giornate con vento un po’ più leggero, il mare ha ripreso a bagnarci, ma stare in coperta è ancora molto piacevole,” ha detto Salter. “Il sole splende, la temperatura dell’acqua è di 77 F, mentre manteniamo una velocità media attorno ai 20 nodi, quindi qui va tutto bene.”
Mentre la popolazione di tutto il mondo prende nota di tutto quello che c’è da fare per salvaguardare il pianeta, il mondo della vela festeggia il 40° anniversario di un’impresa paragonabile alla scalata dell’Everest da parte di Edmund Hillary. Oggi, nel 1969, Robin Knox-Johnston era il primo uomo a circumnavigare il pianeta da solo e senza soste, quando ha portato a termine la Golden Globe Regatta in 312 giorni.
“Anche sé è avvenuto molto tempo prima della mia epoca, si è trattato di una grande impresa, che da quella volta ha aperto molte strade per tutti noi, velisti e veliste,” ha detto Salter. “Lui ha mostrato a molti di noi l’esempio di una passione e fede ineguagliate, ed è un grande ambasciatore degli aspetti sia agonistici che da diporto dello sport della vela nel mondo. Bel lavoro Robin!”
POSIZIONI DELLA SESTA TAPPA, VOLVO OCEAN RACE
(22 aprile 2009, 1301 GMT)
1. Telefónica Blu, 1273 miglia dall’arrivo
2. Ericsson 4, +22 NM
3. Ericsson 3, +26 NM
4. Puma, +42 NM
5. Telefónica Nero, +65 NM
6. Delta Lloyd, +70 NM
7. Green Dragon, +116 NM