Principi comunitari e poteri regionali: Porti Turistici al bivio Assomarinas : un mare di norme spesso incomprensibili e incerte
I concessionari dei porti turistici italiani si dibattono sempre più tra innovazioni, incertezze normative, procedure non determinate, competenze concorrenti, costi di gestione sempre maggiori, dragaggi resi quasi impossibili mentre lo sviluppo della portualità turistica è uno tra i principali obiettivi nel riassetto del territorio costiero di molte regioni italiane quando
l’attuale assetto istituzionale riserva fondamentalmente a Regioni e Comuni la disciplina e la programmazione dei siti costieri di interesse turistico-nautico.
Da queste premesse Assomarinas (L’Associazione aderente a Ucina e Federturismo che associa 83 realtà portuali turistiche ) – che da tempo ha iniziato un proficuo rapporto con i rappresentanti della Conferenza delle Regioni – ha organizzato, nell’ambito del Salone Nautico di Venezia, il convegno su “Portualità Turistica tra Europa e Regioni”. Un meeting che si è posto come un momento di importante confronto non solo dal punto di vista del federalismo regionale ma anche su quanto accadrà al sistema dei servizi nautici italiani al bivio tra nuovi principi comunitari e i nuovi poteri alle Regioni.
Al dibattito sono intervenuti Roberto Perocchio, presidente di Assomarinas, Leandro Gasperini, esperto del settore portuale turistico, Oscar Siches, membro della Commissione Portualità Turistica dell’ ICOMIA, Antonio Di Monte, presidente Distretto nautico Sicilia e il rappresentante della Regione Veneto assessore ai Trasporti Renato Chisso. Nel corso del dibattito sono stati ricordati i passi compiuti dall’Associazione nei riguardi della Conferenza delle Regioni per contribuire- come ha ricordato Leandro Gasperini – “a rendere navigabile una mare di norme spesso incomprensibili e incerte”.
Per quanto riguarda le procedure concessorie Assomarinas ritiene che il DPR 509 del ’97 resti tuttora la migliore normativa di disciplina del procedimento di concessione di beni del Demanio marittimo per la realizzazione di strutture dedicate alla nautica da diporto. In questo contesto è stato raccomandato un costruttivo confronto tra Stato e Regioni per poter garantire maggiore impulso agli investimenti privati nel settore.
In merito al Federalismo demaniale è stato sottolineato come l’attribuzione diretta dallo Stato agli enti locali di beni facenti parte del patrimonio disponibile e del Demanio sia vista con particolare favore dall’imprenditoria privata in quanto strumento di creazione di ulteriori opportunità di riconversione e utilizzo ad usi turistici di beni che potrebbero divenire generatori di nuova economia anche nel comparto nautico-diportistico.
Sul diritto di insistenza del Concessionario si è ribadito come i principi di libera concorrenza e di libero stabilimento delle imprese sanciti a livello comunitario abbiano generato grande preoccupazione tra i titolari di concessioni demaniali in scadenza per le ventilate ipotesi di procedure di gara europea per il rinnovo delle concessioni. Si è pertanto chiesto che vengano mantenute per i concessionari chiare forme di garanzia per gli investimenti ancora non ammortizzati e per la prosecuzione del rapporto concessorio in atto.
Per i Canoni demaniali si è ricordata la Finanziaria 2007 che, come è noto, ha introdotto un rilevante incremento dei canoni demaniali marittimi per i porti turistici arrivando, in alcuni casi , a importi richiesti che superano di 8-10 volte i precedenti. Sull’applicazione della nuova normativa alle concessioni demaniali già rilasciate pendono peraltro seri dubbi di legittimità mentre il Consiglio di Stato sezione 6° con l’ordinanza 880/09 del 17.2.09 ha accolto l’istanza cautelare in primo grado di un porto turistico “ritenuto che la nuova determinazione va ad alterare sensibilmente il rapporto contrattuale tra amministrazione e concessionario e incide sull’affidamento di quest’ultimo”. Si è pertanto richiesto che venga quanto meno chiarita la non applicabilità dei nuovi canoni alle concessioni in atto prima dell’emanazione della nuova normativa.
Sulla Pianificazione costiera regionale e stato affermato che la maggior parte delle Regioni ha già redatto dei piani integrati dello sviluppo delle attività costiere. Alla Conferenza delle Regioni è stato quindi ricordato che gli operatori portuali-turistici chiedono che tutte le Regioni provvedano a dotarsi di questi strumenti di pianificazione e che essi vengano rapidamente approvati con una capillare possibilità di diffusione di strutture destinate alla nautica da diporto nei siti a ciò vocati.
Concludendo i lavori il presidente di Assomarinas ha sottolineato come il convegno veneziano abbia ribadito le “grandi priorità” sulle quali le Regioni hanno la concreta possibilità di incidere per l’incremento degli investimenti nel comparto turistico-nautico “ che è determinante- ha concluso Perocchio – per il rilancio dell’economia costiera ma ancor più per il futuro delle tante aziende di servizi nautici oggi al bivio tra i nuovi principi comunitari ed i poteri attribuiti dallo Stato alle Regioni”.
Antonio Rossin Aprile 10, 2010 il 3:25 pm
Occorre tenere conto dell’utile economico che deriva dalla gestione dei beni demaniali marittimi assentiti in concessione, diversificando le stesse in base a criteri differenziati che i Comuni costieri sono tenuti a concordare tra di loro nelle competenti sedi delle rispettive Regioni.