Sono in molti a sostenere che, oltre i 50 piedi di lunghezza, le barche a vela mettano a dura prova l’abilità dei loro equipaggi a motivo della notevole inerzia dovuta alla loro grande massa. Contest Yachts ha inteso ribaltare questo concetto, affidando il progetto del 55 CS a Doug Peterson e applicando il raffinato metodo di costruzione in sandwich di balsa con resinatura a infusione sottovuoto, secondo un procedimento perfezionato con la collaborazione dell’Università di Delft. Due fattori colpiscono subito un occhio esperto: la notevole superficie velica a elevato allungamento e la sezione di carena, evidentemente mirata a ottenere una spiccata stabilità di forma.
Quest’ultima, tra l’altro, comporta un netto risparmio di zavorra e permette di utilizzare al meglio la celebre pinna di deriva “alettata” che Piet van Oossanen aveva disegnato per l’imbattibile Australia II, vincitore dell’America’s Cup 1983. Il passo del 55 CS è dunque una vera sorpresa, perché tutto ci si aspetterebbe da una barca di tale consistenza – piena di teak, dentro e fuori, con un arredamento di classe – fuorché una risposta così decisa anche con poco vento. Per quanto detto a proposito della stabilità di forma, lo scafo risponde al variare della pressione sulle vele con incrementi di sbandamento alquanto contenuti, a tutto vantaggio del comfort. Il che vale soprattutto nelle andature portanti, e particolarmente in poppa piena, laddove il breve rollio si trasforma anche in un importante fattore di sicurezza.
Dati tecnici Contest Yachts 55 CS:
lunghezza f.t.: 16,55 m.;
baglio max.: 4,65 m.;
dislocamento: 24,8 t.;
superficie randa: 66,90 mq;
superficie genoa: 94,60 mq;
serbatoio carburante: 950 l.;
serbatoio acqua: 1.060 l.