Mancano solo cinque giorni alla partenza della Route du Rhum 2010, una delle regate transatlantiche in solitario più dure e prestigiose al mondo. Gli skipper in gara sono 87, tra i migliori al mondo. Tra loro a rappresentare l’Italia, saranno sulla linea di partenza il 31 ottobre prossimo, Andrea Mura a bordo dell’Open 50 Vento di Sardegna iscritto nella categoria Rhum, Marco Nannini sul Class 40 Unicredit e Davide Consorte anche lui a bordo del Class 40 Adriatech.
I tre velisti italiani regateranno al fianco di grandi nomi della vela oceanica tra i quali Michel Desjoyeaux, Franck Cammas, Pete Goss e Kito de Pavant.
La partenza della regata è prevista per domenica 31 ottobre alle ore 13.00, ma le barche cominceranno ad uscire in mare già dalla notte di domenica 30 ottobre, a causa delle maree, molto forti nella zona, e del sistema di chiuse del canale. I primi a prendere il largo saranno i grandi catamarani, mentre ad Andrea Mura e a Vento di Sardegna spetterà l’onere e l’onore di chiudere la sfilata delle imbarcazioni. Mura uscirà infatti per ultimo, alle 11.00 di domenica mattina.
Nel frattempo il piccolo villaggio di Saint-Malò, sulla costa bretone della Francia, sembra non riuscire a contenere la folla di turisti, curiosi e appassionati che hanno già letteralmente invaso le banchine, ammirano le imbarcazioni ormeggiate all’inglese lungo i pontili, chiedono autografi e salgono a bordo degli scafi. Dai grandi catamarani di 60 e 50 piedi, agli Imoca 60, tutta la grande vela oceanica è radunata in questo piccolo paesino della Bretagna, dove le maree arrivano a superare i 13.00 metri e lo scenario che si offre agli occhi cambia ogni giorno.
Andrea Mura racconta: “Mi avevano parlato dell’atmosfera che si respirava a Saint Malò, prima della partenza della Route du Rhum, ma mai avrei immaginato una situazione del genere. Posso definirmi un veterano delle regate, ma nonostante ciò sono letteralmente allibito dalla quantità di visitatori che ogni giorno raggiungono le banchine. La regata occupa le prime pagine dei principali quotidiani francesi, e i curiosi ci riempiono di domande, sono realmente interessati anche ai dettagli più tecnici della barca.” Poi aggiunge scherzando: “Mi sento quasi un calciatore! Non faccio altro che firmare autografi, all’inizio pensavo si trattasse di uno scherzo e invece è realtà! Speriamo che la partecipazione degli italiani a queste regate oceaniche porti l’attenzione su questa realtà della vela e che in futuro anche in Italia si possano avere villaggi regate come questo!”