L’optimum in barca sono in genere i vini bianchi, tradizionalmente considerati i migliori con i piatti a base di pesce, primi e secondi che siano. C’è tuttavia una scuola toscana, nata dall’usanza di pescatori, portuali e marittimi, gente che ha sempre mirato al sodo, che in barca, in osterie, trattorie e ristoranti ha dato da sempre la sua preferenza ai rossi e in particolare al Chianti, quello bello tosto. È stata un’esperiernza iniziata col Chianti e sublimata col Sassicaia – quando a Viareggio c’era “Il Patriarca” del grande Brocchini, con la bandiera di Nautica Editrice, allora punto enogastronomico di riferimento per gli armatori che seguivano la nostra rivista – ma proseguita con alcuni rossi siciliani e pugliesi rivelati dal Banco d’Assaggio dei vini di Perugia.
Per questa ragione, quando c’è stata prospettata una collaborazione con la rinomata azienda umbra Vitalonga, produttrice di vintage di uve rosse di particolare valore, l’abbiamo valutata come un’iniziativa di grande interesse.
E così sono nati Terra di Confine Nautica Vintage e il nuovissimo Rosé Nautica.
Sono il frutto di un terroir di alta collina in quel di Ficulle, ambiente dalle caratteristiche di grande qualità, con un suolo calcareo argilloso residuo di un antico mare che esalta la morbidezza del vintage di Montepulciano e Merlot. Avviciniamo queste colline al mare e abbiamo “Terra di Confine”, avviciniamo il bianco al rosso e abbiamo il Rosé.
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