È il 23 dicembre del 1952 quando, dopo ben sessantacinque giorni di mare, Alain Bombard riesce a raggiungere l’isola di Barbados, nelle Antille. Non si tratta di una semplice data, ma di un momento clou per la storia delle traversate nautiche, visto che proprio quel giorno il biologo e navigatore francese riesce a dimostrare che l’Oceano Atlantico può essere attraversato a bordo di un semplice canotto di gomma, senza viveri né acqua. Un naufrago volontario è dunque riuscito a vincere il mare. Certo, era acciaccato e pieno di malanni, aveva perfino perso quaranta chili, ma era comunque vivo. Come ci era riuscito? L’idea della folle traversata gli venne in occasione di una visita, in un ospedale francese, a dei naufraghi che poi sarebbero morti per il freddo e lo shock subito.
La sua vocazione fu proprio quella di aiutare i naufraghi a sopravvivere in condizioni estreme. Il segreto che venne immediatamente compreso consisteva nello sfruttare le risorse marittime e soprattutto il fatto che un uomo può sopravvivere solamente otto giorni prima di morire di sete. Le sue ricerche da biologo sulle esperienze dei navigatori della Polinesia gli consentirono di capire che spremendo i pesci se ne poteva estrarre un succo, un’acqua priva di sapore e insipida. Oltre a questa risorsa, Bombard intuì che tutti i pesci forniscono numerose vitamine, tranne la C, una carenza che provoca malattie come lo scorbuto; ma il plancton è comunque in grado fornire questa preziosa vitamina.
La teoria di Bombard venne convalidata dalla sua incredibile avventura: a bordo dell’Hérétique salpò da Las Palmas, nelle Canarie e affrontò due mesi terribili in condizioni avverse. La sua disciplina fu ferrea, ma divenne un eroe: i suoi esperimenti furono ripresi da molte Marine internazionali con uguale successo, con il metodo in questione che venne adottato e standardizzato da chiunque avesse a che fare con il mare, tanto che ancora oggi si prende spunto dai suoi insegnamenti per avere la meglio sui naufragi.