I pionieri dell’Antartico: la sfortunata avventura dell’Endurance

di Redazione 709 views0

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Il 1° agosto del 1914 Ernest Henry Shackleton salpa alla volta del Polo Sud per rendere concreta l’avventura della Imperial Trans-Antarctic Expedition: l’Antartico è stato vinto già da due anni dal norvegese Roald Amundsen, ma questa spedizione britannica si propone di essere ancora più ambiziosa. L’Endurance è un’imbarcazione imponente e di pregio, in effetti si tratta di un veliero a tre alberi con tanto di motore a elica singola, una “creatura” progettata proprio per affrontare gli ostili mari australi. In realtà, essa è poi passata alla storia per la sua sfortuna. Dopo ben cinque mesi di navigazione il pack viene infatti raggiunto, ma la vita dell’Endurance può considerarsi conclusa qui. I ghiacci si impadronirono immediatamente dello scafo: l’abbandono venne deciso dopo altri mesi travagliati, con la nave che si inclinò sempre più per poi spezzarsi e affondare per sempre il 21 novembre.

Non è rimasto più nulla se non alcune scialuppe di salvataggio e dei canotti a vela, ben poco rispetto a quanto era uscito due anni prima dai cantieri navali. Shackleton riuscì a raggiungere fortunosamente la Georgia Australe partendo dalla pericolosa isola dell’Elefante, due tappe molto ambite dagli appassionati di turismo nautico. Ma cosa sarebbe potuta essere questa spedizione senza tutte le difficoltà appena citate? L’intento era quello di attraversare a piedi per la prima volta per tutta la sua lunghezza l’Antartico, il tutto per una durata complessiva di ben venti mesi.

I legni dell’Endurance provenivano tutti dalla Norvegia e non era stato lavorato come di consueto: in effetti, ogni singolo dettaglio della costruzione era stato pensato in maniera scrupolosa, purtroppo il suo nome non le portò fortuna. In realtà, si doveva chiamare Polaris, ma poi lo stesso Shackleton, passato alla storia per aver salvato tutti i suoi uomini dopo mille peripezie, la ribattezzò col nome con cui divenne famosa, prendendo spunto dal motto di famiglia “Fortitudine vincimus” (in inglese “By endurance we conquer”).

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