Le Bahamas voltano decisamente pagina dal punto di vista nautico: lo stato insulare americano ha infatti bandito ufficialmente la pesca commerciale degli squali, tentando in questo modo di salvaguardare le quaranta specie che si trovano nelle splendide acque circostanti. Gli attivisti si sono battuti in prima linea per questa nuova legge, chiedendo una maggiore protezione per i pesci, alla luce soprattutto degli annunci delle compagnie alimentari locali, pronte ad esportare la carne di squalo fino ad Hong Kong. Il divieto vale per le circa 243mila miglia marine che circondano l’arcipelago di isole, il quale può vantare una presenza molto variegata di squali, una delle più differenziate del mondo. Il testo normativo in questione non risolve comunque del tutto il problema, visto che è soltanto la pesca commerciale ad essere vietata, mentre quella effettuata per altri motivi verrà ancora consentita, dunque i pescatori potrebbero adottare anche degli abili stratagemmi.
Secondo The Bahamas National Trust, non esistono leggi statali che consentano di tutelare gli squali, i quali sono considerati dei veri e propri gioielli per la salute dell’oceano atlantico. Le multe da pagare per chi sarà “pizzicato” a pescare per tali fini sono aumentate (da tremila a cinquemila dollari), ma questi deterrenti non hanno mai funzionato completamente.
Tra le specie ittiche che possiamo incontrare in queste acque incontaminate ci sono gli squali spinner (detti anche “tissitori”), i blacktip (“pinna nera”) e gli squali brown, una vera e propria attrattiva turistica che ogni anno è in grado di contribuire all’economia locale con ben 78 milioni di dollari. Secondo alcune stime, inoltre, un solo squalo pinna nera del reef può essere valutato 250mila dollari. La nuova legge vieta anche la vendita e le importazioni di carne, non solo l’export. In Asia, questo prodotto viene considerato una prelibatezza, visto che si preparano pietanze e soprattutto la celebre zuppa di pinne di pescecane.