Il futuro della nautica senza il sostegno dell’Ice

di Redazione 119 views0

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La recente manovra finanziaria ha imposto una lunga serie di tagli per riequilibrare i conti del nostro paese. Tra questi non si può non citare quello relativo all’Istituto per il Commercio Estero, il quale sta beneficiando da tempo di sempre minori finanziamenti e che è destinato a scomparire in modo progressivo. Un futuro senza Ice vuol dire anche che la nautica da diporto italiana dovrà abituarsi a convivere senza il sostegno di quello che molti hanno considerato come un vero e proprio “carrozzone”. Quale scenario si può prospettare in tal senso? Ogni attività dell’istituto spetterà ora al Ministero dello Sviluppo Economico, ma la promozione all’estero delle nostre attività nautiche era stata finora impostata in una maniera ben precisa. In effetti, l’Ice è stata sempre ben presente in tutte le fiere, i convegni e le manifestazioni che riguardavano il settore in questione, con una promozione pubblicitaria piuttosto decisa.

In particolare, quello che ha sempre caratterizzato tale promozione è stato il Made in Italy delle imbarcazioni, con uno specifico riferimento a un brand, vale a dire Buy Italian. In questo modo si era riusciti a creare una sinergia importante con altri mercati nautici ben affermati, in primis quello degli Stati Uniti, del Canada e del Brasile, senza comunque tralasciare paesi come la Francia, la Croazia, gli Emirati Arabi Uniti, la Cina, l’India, la Nuova Zelanda e l’Australia.

Uno spazio ampio lo ha sempre avuto anche la cantieristica navale, con le principali imprese alla ricerca di visibilità per quel che concerne le loro produzioni e forniture. Ora si attendono le nuove prospettive, anche perché il settore deve saper affrontare il mercato internazionale anche senza questo sostegno e senza smarrirsi: lo Sviluppo Economico dovrà illustrare le proprie linee, fino al 1993 è esistito il Ministero della Marina Mercantile, ora appare difficile che questo venga scorporato da quello delle infrastrutture e dei trasporti.

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