La nautica nel cinema: la corazzata Potëmkin

di Redazione 231 views0

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Il nome Potëmkin fa immediatamente venire in mente uno dei più celebri film della storia del cinema: “La corazzata Potëmkin“, opera del regista sovietico Sergej Michajlovič Ėjzenštejn, venne rappresentata pubblicamente per la prima volta il 21 gennaio 1926, una vera e propria celebrazione della rivoluzione di vent’anni prima. Ma qual è la vera storia che sta dietro questa imbarcazione? La rivoluzione in questione prese il via dopo la “domenica di sangue”, quando dei pacifici lavoratori chiesero petizione allo zar, ma ricevettero in cambio le fucilate delle truppe imperiali, le quali provocarono centinaia di morti. Da quel momento si moltiplicarono gli scioperi e i disordini, tra cui l’ammutinamento dei marinai di questa immensa nave (il nome derivava dal principe russo Grigorij Aleksandrovic Potëmkin), non lontano dalla città di Odessa.

La protesta avvenne a causa dello scarso servizio di mensa: il capitano della corazzata ordinò la fucilazione degli ammutinati, ma gli stessi marinai incaricati di sparare presero il sopravvento e si impadronirono della Potëmkin. Quest’ultima arrivò fino al porto di Odessa, ma poi le guardie dello zar soffocarono nel sangue qualsiasi tipo di rivolta. Il finale fu quindi tragico, ma nel 1926 si voleva mettere soprattutto in luce l’effetto rivoluzionario di questo gesto, optando per un finale cinematografico più positivo.

Il realismo fu comunque perfetto, grazie ad alcuni accorgimenti: ad esempio, i protagonisti del film furono scelti tra i veri abitanti e i marinai di Odessa, mentre la nave non fu la Potëmkin, demolita diversi anni prima, bensì una imbarcazione molto simile, la Dodici Apostoli. Molto interessante è anche la scena finale, con Ėjzenštejn che sfruttò al massimo la flotta sovietica del Mar Nero. È una delle prime volte che la nautica diventa così simbolica per un paese e per il cinema ed è un vero peccato che una imbarcazione così carica di significato non esista più, ma rimane comunque una pellicola che la fa vivere per sempre.

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