È il 7 maggio del 1915 quando un sottomarino tedesco affonda il transatlantico inglese Lusitania, uccidendo in questa maniera ben 1.198 passeggeri: si tratta dell’episodio che molti storici ritengono determinante per aver accelerato l’ingresso ufficiale degli Stati Uniti nella Prima Guerra Mondiale, ma anche di un evento tragico che viene spesso dimenticato nel suo lato più umano. Il Lusitania, proveniente dal cantiere scozzese della Company of Clydebank, fu varato nel 1907 e il suo nome fu ispirato da un’antica provincia romana, attualmente parte integrante del Portogallo. L’intento della costruzione di questa nave era quello di battere la concorrenza dei viaggi transatlantici rappresentata da altre linee nautiche. Tra l’altro, l’imbarcazione in questione era accompagnata idealmente da un altro prodigio dell’epoca, la Mauretania, la quale percorreva praticamente le stesse tratte.
In pieno conflitto bellico cominciò l’ultimo viaggio di questo colosso dei mari. Germania e Gran Bretagna lottavano su fronti opposti, dunque non appena il Lusitania fu individuato nei radar del sottomarino U-boat U-20, bersagliato e danneggiato notevolmente: i danni furono talmente evidenti e gravi che la nave affondò nel giro di soli diciotto minuti, una vera e propria sciagura. Il luogo dell’evento si trova al largo dell’Irlanda, più precisamente l’Old Head di Kinsale, in cui le acque sono molto profonde, tanto che il Lusitania si trova a undici miglia di distanza. La partenza, invece, era avvenuta sei giorni prima da New York, anche se si conoscevano i pericoli marittimi relativi alla guerra in corso da quasi un anno.
La tragedia fu tanto più ampia, anche perché il numero di morti fu impressionanti e tra di essi figuravano personaggi illustri di quel periodo, come ad esempio l’economista e politico americano Lindon Bates Junior, il professore di Harvard Edwin Friend, l’attrice Amelia Herbert, il pianista statunitense Charles Knight (insieme a sua sorella) e lo scrittore Justus Miles Forman, autore del dramma The Hyphen.