È stata descritta come una delle principali storie dell’orrore dell’Inghilterra vittoriana: due imbarcazioni con ben 129 uomini a bordo e con la migliore tecnologia dell’epoca a disposizione, svaniscono nel nulla, senza lasciare alcuna traccia. Le ricerche delle navi “fantasma” sono durate oltre un secolo e uno degli ultimi tentativi di ricostruire la verità risale allo scorso mese: ma nessuno è ancora riuscito a rinvenire la Erebus e la Terror, due mezzi praticamente gemelli che partirono per il loro ultimo viaggio in direzione del Polo Nord. Nel 1845 il capitano della British Royal Navy, John Franklin, riunì gran parte dei suoi migliori uomini per una missione che era volta a svelare i misteri del celebre Passaggio a Nord-Ovest; la spedizione di Franklin non era certo la prima ad addentrarsi in una simile avventura, ma sicuramente è quella meno celebre.
L’ambiente artico fu certamente sfavorevole, con una landa vasta e deserta e l’intero equipaggio che fu costretto a fronteggiare temperature particolarmente brutali e rigide. Si tratta di una storia davvero incredibile e poco conosciuta. Nonostante le due navi fossero state rinforzate con acciaio e rinforzi cantieristici durati ben tre anni, la Erebus e la Terror non erano certo il meglio che si potesse desiderare per mesi e mesi di permanenza al Circolo Polare Artico. Come già detto, da allora è cominciata la più lunga ricerca nautica di tutta la storia.
I tentativi sono stati molti, ma tutti infruttuosi, tra cui quello di Parks Canada nel 1997 e con una spesa complessiva pari a varie centinaia di migliaia di dollari. Tra l’altro, dopo quasi centosessanta anni, soltanto due scheletri e tre corpi congelati hanno testimoniato i resti di questa tragedia: la teoria più accreditata parla chiaramente di un avvelenamento a bordo causato dal sistema di riscaldamento dell’acqua, anche se, appare quasi scontato precisarlo, la scoperta delle due navi fornirebbe molte risposte esaurienti.