L’affondamento del Laconia: una tragedia dimenticata

di Redazione 1.319 views7

Spread the love

Ieri sera è andato in onda su canale 5 L’affondamento del Laconia  un film tristemente tratto da una storia vera: il 12 settembre del 1942, nelle acque dell’Oceano Atlantico al largo delle coste dell’Africa occidentale, all’altezza dell’isola di Ascensione, un sottomarino U-Boot tedesco U-156 comandato dal capitano di vascello Werner Hartenstein, silura e affonda il Laconia, un transatlantico convertito dalla marina britannica in mercantile armato per il trasporto delle truppe.

Nel luglio del 1942, agli inizi della Seconda Guerra Mondiale, quasi 2 mila soldati italiani fatti prigionieri nella battaglia di El Alamein vennero deportati a Port Tewfik e successivamente sul  Laconia verso la Gran Bretagna. Sul transatlantico vennero imbarcati soldati,  ufficiali, personale militare inglese insieme alle loro famiglie, prigionieri italiani e guardie polacche.

Dopo aver fatto tappa a Aden, Mombasa, Durban e Città del Capo, il Laconia si trovava  in pieno Atlantico ben sorvegliato dai U-Boot tedeschi. La notte del 12 settembre, non fu sufficiente navigare a luci spente e zigzagando come al solito per evitare di essere colpiti dai siluri dei sommergibili. L’U-156 colpì il transatlantico facendolo affondare in due ore.

Solo dopo essersi avvicinato, l’U-Boot tedesco si accorge della presenza di numerosi soldati italiani e allerta il quartier generale per prestare soccorso.Fu allertata anche la Royal Navy con la richiesta di non belligeranza attorno all’area del naufragio, ma gli inglesi credendo che fosse un tentativo di imboscata ignorarono la richiesta di soccorso.

La tragedia trovò il suo ancor più tragico epilogo quando un bombardiere americano sorvolò la zona e tentò di colpire l’U-Boot 156 che era emerso per prestare soccorso. La storia è stata ripresa per girare un film su una vicenda quasi sottaciuta dai libri di storia. Il direttore della fiction Mediaset Giancarlo Scheri a RomaFictionFest ha commentato:

La nostra è una grande storia poco nota. Il Laconia era un mercantile inglese che nel 1942 imbarcò in Egitto 1800 soldati italiani fatti prigionieri ad El Alamein, assieme a centinaia di ufficiali britannici e alle loro famiglie, diretto verso l’Inghilterra. All’epoca Italia e Germania erano ancora alleate; eppure, per un errore o per il sospetto che la nave trasportasse solo truppe inglesi, un U-boot nazista la silurò.

Commenti (7)

  1. Io di questo avvenimento ero al corrente mio padre Pugnetti Giovanni, friulano , era uno dei 1800 prigionieri italiani a bordo del Laconia, rinchiuso nelle stive , dopo il naufragio restò in acqua attaccato a un relitto , per 58 ore, fortunatamente fu uno dei 250 italiani che si salvò.
    Pur se romanzato, il film di ieri sera ha raccontato fedelmente i fatti.
    Annamaria Pugnetti

  2. Visto che questo avvenimento è pressochè sconosciuto ai più, sarebbe interessante che i parenti degli italiani deceduti in mare durante l’affondamento del Laconia, si facessero vivi comunicando il nome del loro caro perito in quella tragica vicenda, se così fosse si potrebbe avere un parziale elenco delle povere vittime.

  3. scusate, una precisazione, ho telefonato a mia madre novantenne lucidissima e con una memoria da elefante e dopo aver visto lei stessa la fiction su canale 5 mi ha precisato che non tutti i naufraghi furono salvati dall’U boat tedesco. mio padre (sergente maggiore Pugnetti) e tanti altri furono salvati direttamente dal sommergibile Cappellini che era in missione di guerra . Mio padre e altri rimasero sul Cappellini che attraccò nelle coste francesi dove era di stanza, dopo di che “udite udite” questi naufraghi furono portati a Verona per subire un processo al fine di escludere che fossero disertori. Ditemi voi se erano prigionieri degli inglesi, come potevano essere disertori!
    Il giudizio di mia madre meglio informata di me sui fatti è che è stato dato poco spazio sulle condizioni dei prigionieri sul Laconia, soprattutto a causa delle guardie polacche, di una crudeltà inaudita che fecero di tutto affinchè tutti i prigionieri italiani affondassero con il Laconia e molto spazio alla parte romanzata!

  4. sono meravigliato di essere venuto a conoscenza di un episodio veramente agghiacciante ,da un film ,che cerchero di rivedere per comprendere bene gli atteggiamenti poco militari,ma vigliacchi da parte inglese,americana,cioe’ i popoli che si credono al di sopra degli altri,Grazie

  5. Il film sull’affondamento del Laconia è stato davvero bello e commovente dato che purtroppo è storia vera; si vogliono dimenticare troppo presto avvenimenti così tragici come questo del Laconia e non è giusto perchè quelle persone esistevano per davvero, avevano una vita, dei sogni e tutto è finito in una tragica notte. Quasi nessuno sapeva di questa parte di storia, quindi questa fiction è stata molto importante e ci ha permesso non solo di conoscere un fatto così grave di cui nessuno ha mai parlato, ma anche di capire che quando succedono cose brutte la cosa triste è l’indifferenza e il non parlarne mai!

  6. Il sommergibile non era nazista, ma tedesco. Tutta la vicenda narrata con obiettività nel film rivela carenza di informazione e cinismo da parte dei vari comandi. I tedeschi ignorano che a bordo ci fossero italiani, gli inglesi ignorano il messaggio di aiuto e gli americani, come al solito, risolvere tutti i problemi con le bombe. Non si comprende l’idea “geniale” degli inglesi di portare i prigionieri dall’oceano Indiano in GB invece che in Austarlia, Sud Africa o Nuova Zelanda, paesi pieni di cibo dove la manodopera italiana era preziosa in agricoltura. Il più umano mi sembra il comandante del sommergibile. Infame invece il comportamento dei carcerieri polacchi, soprattutto per il fatto che nei secoli l’Italia non ha mai aggredito o infierito sulla Polonia e che italiani e polacchi sono da secoli uniti dalla religione comune.

  7. Grazie sign.ra Bruna è una testimonianza bellissima!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non verrà pubblicato.

You may use these HTML tags and attributes: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>