Secondo i nostri strumenti e calcolando la distanza percorsa, eravamo ormai al Polo: la metà era raggiunta, il viaggio finito. È il 14 dicembre del 1911 e con queste parole fredde e laconiche l’esploratore norvegese Roald Amundsen commenta un fatto storico di cui si è appena reso protagonista. In effetti, egli è il primo uomo a raggiungere il Polo Sud, un’impresa che ha visto coinvolta sia la sua nazione, la Norvegia appunto, sia il Regno Unito con Robert Falcon Scott, giunto qualche giorno dopo e perito nel viaggio di ritorno. Sono passati dunque cento anni da quel giorno e sono pronte diverse manifestazioni per ricordare tutto ciò. In particolare, si porrà l’accento sulla navigazione del Fram, la piccola nave usata da Amundsen e dai suoi uomini per giungere a un traguardo tanto ambito.
Si è trattato quindi di un grande evento che ha avuto a che fare con la nautica, visto che senza una imbarcazione agile e pronta a sfidare gli ostacoli dell’Antartico, non sarebbe stato possibile arrivare da nessuna parte. La spedizione scandinava fu progettata nel dettaglio e il suo avvio fu fissato per il mese di gennaio del 1910 e la destinazione iniziale era il Polo Nord: ma le imprese di Frederick Cook e soprattutto di Robert Peary fecero cambiare idea ad Amundsen, il quale rivolse le sue attenzioni principali al Polo Sud.
L’equipaggio fu avvertito soltanto nel mese di settembre, quando il Fram stesso era ancorato a Madeira. Nel gennaio del 1911 fu raggiunta la base antartica, il punto di partenza per la storica impresa, la quale prevedeva ben 770 chilometri di marcia per il suo raggiungimento. Il tempo non era essenziale soltanto per battere Scott, ma anche per riscrivere completamente l’edizione dell’Almanacco Nautico del 1912, facendo comprendere che il Polo in questione poteva essere raggiunto con un tragitto particolare, con una durata complessiva di due mesi.