Il porto di Taranto sciopera contro gli esuberi di Tct spa

di Redazione 248 views0

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Il porto di Taranto è in subbuglio dopo gli esuberi resi noti dalla Taranto Container Terminal, la società pugliese attiva nelle ispezioni portuali e nei servizi di trasporto e immagazzinamento: nello specifico, la spa in questione ha annunciato l’avvio della procedura di mobilità per quel che concerne numerosi suoi dipendenti e tenendo conto del fatto che tale compagnia rappresenta l’unica concessionaria del molo tarantino, si possono ben comprendere le criticità di questa situazione. Ben 160 lavoratori vedono ora messa a rischio il loro posto, licenziamenti che comunque non avevano ancora il crisma dell’ufficialità. La risposta dei sindacati e degli altri addetti è uno sciopero di ventiquattro ore, con il comitato portuale che si sta dimostrando piuttosto compatto in questo senso.

Le richieste nei confronti di Tct sono esplicite e ben precise: anzitutto, la mobilità deve essere rimossa, ma l’auspicio è anche quello di veder tornare a Taranto le linee di trasporto container che giusto due mesi fa sono state trasferite in Grecia. Inoltre, è quanto mai necessario nominare una figura che sia in grado di negoziare in maniera adeguata questi argomenti così importanti. Tra l’altro, bisogna anche accertare se la stessa spa dispone correttamente di questa concessione in esclusiva del molo polisettoriale; il piano industriale, infatti, è stato presentato in modo piuttosto ambiguo e poco rituale, tanto che le principali sigle sindacali non sono state nemmeno prese in considerazione.

Il documento in questione, invece, assume una rilevanza fondamentale e deve far conoscere a tutte le parti che sono coinvolte quali sono i programmi commerciali e finanziari dello scalo. D’altronde, Tct ha l’obbligo di far conoscere come intende investire gli ottanta milioni di euro che ha a disposizione per il miglioramento della banchina: ad esempio, bisogna sapere quali dragaggi e traffici verranno instaurati, così come anche i rapporti con la clientela e quelli con gli altri hub principali presenti nel Mar Mediterraneo.

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