Ambiente-Venezia si scaglia contro le navi nella laguna

di Redazione 273 views0

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Le navi che approdano o transitano per la laguna di Venezia sono una risorsa oppure un problema? L’associazione Ambiente-Venezia è convinta che il traffico nautico in questione non possa essere considerato come un’opportunità positiva: in effetti, secondo gli ultimi dati diffusi in tal senso, le imbarcazioni che solcano queste acque sono aumentate in maniera impressionante nel giro di pochi anni. Entrando maggiormente nel dettaglio statistico, c’è da sottolineare come nel 2005 le crociere registrate furono 405 con 677mila passeggeri in totale, mentre lo scorso anno il dato ha subito un rialzo significativo, con 629 crociere e oltre 1,6 milioni di passeggeri desiderosi di visitare la città.

Il 2011, invece, dovrebbe essere caratterizzato da quasi due milioni di turisti e ben 796 crociere. I numeri sono abbastanza semplice da comprendere, il traffico si è progressivamente espanso, ma secondo Ambiente-Venezia queste mostruosità navali rappresentano una presenza di tipo devastante per diversi motivi. Il dossier in questione è stato condotto sulle Grandi Navi: il 2012 dovrebbe confermare questo trend al rialzo e tutti i peggioramenti del caso. Se si pensa, infatti, che i crocieristi che ogni giorno approdano nella città veneta sono ben 15.800 (sia per il pernottamento che per una semplice escursione), allora si può ben comprendere come questa mobilità causi nuove emissioni inquinanti nell’atmosfera.

L’intento dell’indagine è quello di far aprire bene gli occhi sul fenomeno e in modo da tentare la chiusura della laguna al traffico delle imbarcazioni di dimensioni maggiori. In particolare, il riferimento dovrebbe andare a due attracchi di riva, vale a dire quello della Marittima e quello dei Sette Martiri. Non è un caso, infine, se anche l’assemblea pubblica della municipalità veneziana sia stata convocata di recente proprio sul tema della portualità, cercando di capire quali sono in confini tra le opportunità e i problemi: le associazioni ambientaliste, gli operatori nautici e ovviamente il comune sono chiamati a trovare una soluzione comune e condivisa.

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