La tassa di stazionamento previsto dalla manovra finanziaria del governo continua a far discutere e a coinvolgere le principali associazioni del settore nautico: una delle ultime prese di posizione in tal senso è stata quella di Assomarinas, l’ente che raggruppa idealmente i porti turistici del nostro paese e che da quasi quaranta anni riesce a collegare tutte le strutture ricettive relative alla nautica di diporto. Nello specifico, questa associazione e i suoi ottantotto porti turistici che fungono da associati, hanno annunciato pubblicamente di voler proporre delle modifiche per questa imposizione fiscale allo stesso esecutivo. Come ha spiegato lo stesso numero uno dell’associazione, Roberto Perocchio, le controproposte esistono e devono solamente essere avanzate e dibattute.
Quello che è certo, almeno in questo preciso momento storico, il tributo che va a colpire i diritti di stazionamento relativi alle imbarcazioni non piace affatto. Secondo lo stesso Perocchio, nel nostro paese si commette troppo spesso sempre il medesimo errore, vale a dire si identifica l’evasione fiscale e il lusso collegato con i porti turistici e i grandi yacht che sono presenti al loro interno; in realtà, Assomarinas ha precisato da tempo che il diportismo nautico è anche e soprattutto una passione per molti italiani, un investimento mirato dei risparmi di una vita o addirittura un sacrificio, quando si acquista una nave usata mediante una apposita liquidazione.
Lo stesso discorso è stato impostato anche da Mario Cutrufo, senatore del Popolo della Libertà nonché presidente dell’Associazione dei Parlamentari Amici del Mare: a suo dire, infatti, il settore è interessato come molti altri dall’evasione delle tasse, ma la grande maggioranza dei diportisti è in regola con gli adempimenti del fisco e anche questo fatto andrebbe sottolineato. Il consiglio di Cutrufo è quello di consentire alle società e ai proprietari delle imbarcazioni di conseguire dei guadagni accettabili, soltanto uno dei punti che verrà poi discusso nei prossimi tavoli.