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Turismo nautico, Assomarinas: timori per gli effeti della tassa di stazionamento

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  I provvedimenti destinati al settore nautico, e in particolare ai diportisti, inclusi nella manovra economica continuano a suscita timori e preoccupazioni negli addetti ai lavori; un nuovo campanello d’allarme è stato lanciato da Assomarinas, l’Associazione Italiana Porti Turistici aderente a UCINA Confindustria Nautica e a Federturismo, che raccoglie 88 porti distribuiti lungo tutte le cose italiane.

I rappresentanti di Assomarinas hann ricordato che nel corso del 2011 il 15% del traffico dei marina turistici è stato rappresentato da diportisti stranieri e che, se la norma del governo non venisse modificata, questi diportisti verrebbero certamente scoraggiati dal frequentare i porti italiani.

La manovra prevede l’applicazione, dal 1° maggio 2012, di  una tassa annuale di stazionamento per le imbarcazioni da diporto ancorate nei porti e nelle acque pubbliche italiane; la misura arriva in una fase critica per il settore, che sta assistendo a un blocco degli investimenti relativi a progetti in corso di realizzazione per 18.000 nuovi ormeggi e di programmazione per altri 30.000 nuovi posti barca.

Roberto Perocchio, Presidente di Assomarinas, ha dichiarato che la “norma prevista nel decreto è una tassa sbagliata nella sua impostazione tecnica perché, come tassa d’uso, oltre agli italiani, colpisce anche i diportisti stranieri provocando una fuga generale dai nostri porti. L’effetto annuncio lo stiamo pagando sulla nostra pelle con un esodo già annunciato, di oltre 30.000 imbarcazioni”.

Secondo le stime della stessa Assomarinas, una contrazione del traffico del 25 per cento, in termini di mancato indotto, annullerebbe l’intero gettito dell’imposta; a tale effetto si andrebbero poi ad aggiungere i mancati introiti dell’IVA sulla vendita delle nuove unità, acquistabili con leasing estero, e la diminuzione dei ricavi delle aziende dei servizi e del turismo legati all’uso delle imbarcazioni di proprietà dei privati.

Perrocchio ha aggiunto che “questa tassa si riflette negativamente su tutti i porti in costruzione che non saranno in grado di completare e collocare sul mercato i posti barca oggi in corso di realizzazione: in termini finanziari il blocco degli investimenti rappresenta un contraccolpo recessivo del valore di cinque miliardi di euro”.

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