E’ durato poco più di 8 ore il tentativo della barca giocattolo di attraversare l’Atlantico. Sarebbe risultata un’impresa epica, il primo natante transoceanico con nessuno a bordo e invece l’ambizioso sogno dello scienziato Robin Lovelock si è infranto poco dopo sulla scogliera dell’Isola di Wight. Un’impresa resa impossibile da un concetto di fondo quasi paradossale e non perchè al timone c’era Snoopy: il modellino di barca è stato progettato da uno scenziato ma è stato assemblato con pezzi di fortuna acquistati in rete. forse era questa la sfida più ardua che Lovelock voleva a tutti i costi vincere.
Finora i tentativi della regata transoceanica Microtransat Challenge – ben cinque edizioni – sono risultati tutti vani. L’ultima spedizione prima di Snoopy Sloop era stata del gruppo di ricerca francese ENSTA-Bretagne che era riuscito a far navigare Breizh Spirit per ben 10 giorni prima di perderne completamente le tracce. Complice un regolamento di “stazza” particolarmente rigido: Nessuna fonte di propulsione è ammedssa che sia diversa dal vento, la lunghezza che non deve essere superiore ai quattro metri.
Snoopy Sloop è tra i modelli più economici che abbiano mai partecipato alla traversata. Lo scafo è stato pagato 35 sterline così come le vele che sono comunissimi componenti dei modellini. Un timone elettrico, una CPU elementare e un Gps per un totale di spesa di 35 euro, un budget piuttosto esiguo per un’impresa del genere. Eppure in oltre 5 mila miglia di test ed allenamenti Snoopy Sloop si era dimostrata all’altezza del compito. Evidentemente le onde del Lago di Bray non sono minimamente paragonabili alla tumultuosità dell’Oceano.
la Microtransat Challenge non è una vera e propria “Wacky Races”, ma innanzitutto una maniera per promuovere natanti autonomi che in un futuro potrebbero monitorare e sorvegliare l’ambiente marino. E – come ricorda Robin Lovelock –
La gara di per sé, non va presa troppo seriosamente. E il piccolo Snoopy a bordo era stato messo apposta per ricordarlo.