A un anno dalla morte del dittatore nordcoreano Kim Jong, un’incredibile impresa ha preso parte alla celebrazione del primo anniversario, già iniziata la settimana scorsa fino al 20 dicembre. Il suo yacht è stato sepolto nel mausoleo di famiglia a Pyongyang, la capitale della Corea del Nord. Per raggiungere il Kumsusan Memorial Palace, lo yacht ha navigato dal porto orientale di Wonsan per oltre 1.500 miglia circumnavigando la penisola coreana fino al porto occidentale di Nampo, dove è stato rimorchiato per 44 km per mezzo di un binario ferroviario provvisorio direttamente nel mausoleo. per compiere quest’opera faraonica è stato necessario abbattere intere linee elettriche e una parte del muro di cinta e di una parete del mausoleo.
Di questo yacht si sa poco o nulla, in rete è disponibile solamente uno screenshot di Google Maps originariamente postato dal Daily Telegraph, che ritrae la nave ormeggiata nei pressi del Lago Taesong. D’altronde, il “caro leader” amava spostarsi in treno rigorosamente blindato e con una linea super-sorvegliata fino alla sua residenza privata. La nave è solo uno dei cimeli funerari che accompagneranno Kim Jong.
Nel 2009 il dittatore nordcoreano tentò di acquistare due yacht, un Azimut 95 e un Azimut 105, aggirando l’embargo economico imposto dall’Onu. Un prestanome austriaco pagò in contanti 13 milioni di euro e girò l’ordine a una società cinese, direttamente controllata da Kim Jong. Gli yacht vennero sequestrati e successivamente restituiti alla Azimut-Benetti che essendo obiettivamente ignara della frode fu prosciolta dal capo di accusa di tentata esportazione illegale.
Sappiamo tutto – o quasi – dell’isteria collettiva alla morte del “Caro leader”, delle scene di pianto, ma non si sa quasi nulla sulla spiritualità della cultura nordcoreana che per editto non professa nessuna religione. Non possiamo dunque affermare che lo yacht nel mausoleo abbia un significato allegorico del viaggio verso la vita ultraterrena. Ma inevitabilmente ci vengono in mente le navi funerarie vichinghe, le lanterne galleggianti giapponesi, le barche solari incise nei geroglifici delle tombe egizie, fino alle sepolture in mare comuni a ogni religione e cultura (recentemente l’astronauta Neil Armstrong).