L’ex maresciallo aveva uno yacht che adesso cade a pezzi ed è molto costoso da tenere in piedi. Si pensava di affondarlo ma la nipote di Tito ha proposto di trasformarlo in un centro per artisti. Tutto è iniziato dopo la dichiarazione del sindaco di Portorè (Kraljevica in croato) e membro della presidenza del Partito popolare, Nada Turina Curic.
«L’ex nave scuola Galeb, per decenni residenza galleggiante del presidente jugoslavo Josip Broz Tito, andrebbe affondata nelle acque del Quarnero, possibilmente davanti a Portorè. Voglio ricordare che Tito lavorò per un certo tempo nel cantiere navale di questa cittadina rivierasca e dunque il posizionamento della Galeb sui fondali antistanti Portorè avrebbe un suo valore simbolico. Lo yacht del Maresciallo è in pessime condizioni, la ruggine la sta velocemente divorando e il mare le permetterebbe addirittura una migliore conservazione, trasformandola nel contempo in un’attrazione turistica, in special modo per i subacquei. Ora invece sottrae risorse a tutto danno dei contribuenti fiumani».
I conti dell’amministrazione sono questi
L’ ambizione sarebbe quella di trasformare Galeb in un museo, con gestione e restauro da affidare ad un concessionario privato. Che però non si fa vedere, spaventato probabilmente dall’ingente investimento per riportare la vecchia unità ad un aspetto degno di tal nome: circa 10 milioni di euro. Ogni anno, in mancanza di interessati, la municipalità fiumana è costretta a spendere sui 130 mila euro per la tassa di stazionamento e altre spesucce, denaro che naturalmente viene prelevato ai contribuenti.
Una proposta diversa arriva dalla nipote di Tito che dice:
Questa nave andrebbe tramutata in un centro d’arte, previo capillare restauro. Potrebbe ospitare mostre, concerti, proiezioni cinematografiche e inoltre sarebbe l’ideale per dare un tetto a diversi gruppi artistici indipendenti. Mio nonno Josip amava l’arte e sono convinto che apprezzerebbe una simile iniziativa.