L’emergenza Coronavirus sta sottoponendo ogni settore del paese a un forte stress: quello della nautica non fa eccezione perché al momento non si è in grado di calcolare quanto i blocchi e la potenziale durata dell’epidemia potranno durare nel tempo.
Coronavirus e charter: i problemi
Al momento la data a cui tutti guardano con attenzione è quella del prossimo 3 aprile: ma ancora non è certo che il paese possa tornare alla normalità per quella data e ipotizzare in questo momento quanto tutto inciderà sui charter e sulle attività nautiche è ancora prematuro. Quel che è certo è che per il turismo italiano non sarà facile ritornare a crescere con facilità e che anche i trasporti su barca e le stesse commissioni ora sono incerte. Confindustria Nautica ha tentato di muoversi quasi in “anticipo” rispetto allo scoppio dell’emergenza e già lo scorso 5 marzo è riuscita a ottenere un incontro con la Commissione Finanze della Camera dei Deputati: nel corso dello stesso si è parlato di diversi temi: a partire dalla definizione della procedura d’infrazione sul noleggio di unità da diporto fino al rilancio della filiera dei charter.
Si è parlato ovviamente anche dell’impatto del Coronavirus sul settore nautico ed è stato fatto presente che al momento del confronto, quando ancora non si era in quarantena come adesso, i vari servizi di charter avevano già fatto registrare il 23% delle disdette. La speranza è ovviamente quella che per l’estate l’emergenza sia passata e la situazione tornata alla normalità.
Possibile aggravamento dei problemi pre-esistenti
L’emergenza dettata dal Coronavirus non è però l’unico problema che il settore nautico si sta trovando ad affrontare: esso rappresenta infatti la criticità che aggrava quelle già pre-esistenti. Nel corso dell’incontro tenutosi lo scorso 5 marzo, Confindustria Nautica ha sottolineato anche la gravità della situazione dei 23 porti turistici che ormai sono in contenzioso con lo Stato Italiano da ben tredici anni per l’applicazione retroattiva degli aumenti dei canoni demaniali. Pur avendo vinto la causa relativa, i gestori degli scali vengono ancora tartassati dal Fisco. Un problema che al momento passa in secondo piano ma che si necessita di affrontare una volta che l’emergenza sarà finita al fine di consentire una ripresa soddisfacente del settore.
Il settore nautico italiano rappresenta l’eccellenza nel mondo: i suoi cantieri per anni hanno mostrato di essere in grado di sostenere una crescita importante nel mercato di riferimento con riconoscimenti a livello internazionale. E’ importante far sì che dopo l’emergenza, ci si possa rialzare adeguatamente.