E’stato presentato nei giorni scorsi presso la sede della Provincia di Verona il bilancio degli incidenti avvenuti nel Lago di Garda nel corso della stagione estiva: a presentare i risultati sono stati la Guardia Costiera e la Squadra nautica della Politica di Stato.
Il quadro disegnato dalle autorità intervenute appare tutt’altro che incoraggiante: il numero di feriti è cresciuto dell’80 per cento; in due casi le conseguenze sono state particolarmente gravi, e si è dovuto procedere ad amputazioni di arti a seguito dei danni riportati dall’impatto con eliche; in crescita gli incagli, le collisioni tra scafi e gli affondamenti: questi ultimi non hanno fortunatamente avuto conseguenze mortali, tuttavia quando si parla di incidenti in mare, la fortuna è un fattore da non prendere in considerazione, come sottolineato dal comandante della Guardia Costiera di Salà, Marco Ravanelli.
Nel corso del suo intervento, lo stesso Ravanelli ha illisustrato i principi del funzionamento del sistema di soccorsi che è attivo 24 ore su 24 nel corso di tutto l’anno; lo hanno affiancato il colonnello della Guardia costiera di stanza a Venezia Massimo Maiolo, colonnello e i vertici della Squadra nautica della Polizia di Stato: Cristina Rapetti, dirigente della Questura di Verona e responsabile delle volanti oltre che della Squadra nautica, e Andrea Erculiani, capo della pattuglia navale di stanza a Peschiera.
Nell’occasione, è stato sottolineato come la divisione dei compiti abbia prodotto un sistema efficiente di soccorso, controllo e repressione dei reati, che ha funzionato in modo efficace nonostante i recenti tagli; Rapetti ha ricordato come ad esempio, grazie ad un accordo con gli otto Comuni che si affacciano sul lago, sia stato possibile mettere in acqua a luglio due acquascooter da 180 cavalli, identici a quelli usati in mare, affiancandoli alle 4 motovedette già attive: in questo modo è stato possibile pattugliare il lago anche nei pressi della costa, conducendo sia azioni di prevenzione che di repressione dei reati.