Sul Pacifico in barca a remi, il diario di bordo di Alex Bellini dopo 123 giorni di mare

di Redazione 220 views0

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Aggiornamento sull’impresa di Alex Bellini, il rematore solitario che sta attraversando l’Oceano Pacifico a bordo di “Rosa di Atacama II”, una barca a remi. Bellini è al giorno 123 di navigazione, e quasi quotidianamente affida al proprio diario, pubblicato sul suo sito internet, i racconti e le impressioni della sua impresa in pieno svolgimento. Queste le sue parole.

“Raggiunto il 140° meridiano! Come testimonia la foto erano le 13.16. Se si vuole essere pignoli pignoli o se la vittoria del game è contesa, come si nota ho commesso un’imperfezione. Il puntatore è fuori centro di 0.37 miglia nautiche. Vuol dire che alle 13.16 ero a 0.37 miglia dal 140° che, in base alla velocità media tenuta oggi (2.4 nodi), avrei raggiunto in circa 9 minuti. Perciò l’orario corretto sarebbe 13.25. Complimenti al vincitore. Per conoscenza io avevo pronosticato il 15 giugno. Proprio un settimana di ritardo come qualche giorno fa avevo scritto. Giornata super buona anche oggi, la terza di fila. Ieri però è stata La Giornata. Stabilito il nuovo record di percorrenza giornaliera: 46 miglia. Ne sono stato molto sorpreso anche io.

Vorrei prendermi tutti i meriti dell’impresa, ma non va scordato che ciò è stato reso possibile da condizioni generali perfette. La corrente, quel brutto animale che oggi c’è domani boh, che tira di qua e poi tira di là, ha svolto un ruolo fondamentale. Ormai non mi aspettavo più di sentirne l’influenza, la zona buona ormai me la sono lasciata sulla scia. Ero convinto (c’è ancora tutto il tempo per le conferme) che entrando in questo canale, formato dalle Marchesi a Nord e dalle Tuamotu a Sud, la corrente perdesse di intensità (le terre emerse intorno a questo tratto di mare creano molto disturbo al movimento delle masse d’acqua) e, cosa che temevo di più, si dividesse in tante piccole correnti con direzioni imprevedibili, anche verso terra.

Vedremo, terremo gli occhi aperti, anche se le miglia che mi separano dalla terra più vicina sono comunque una buona sicurezza e non dovrei correre pericoli. In aggiunta c’è il favore del vento che non si prevede di forte intensità (sto incrociando le dita e baciando il cornetto!!:)) Giornate di grande sole e grande caldo. In pieno giorno si superano tranquillamente i 37 gradi, anche se il vento mitiga. In quest’ultimo mese però ha piovuto molto e con una certa frequenza tanto che tutto il mio abbigliamento, in cotone, porta inequivocabili segni di muffa. Stanotte, addirittura, (giusto per non nascondervi niente e per darvi l’idea di quanto facile sia fare errori madornali) avevo lasciato il portellone un filo aperto per far circolare l’aria ma nella notte è venuta giù una scarrettata d’acqua. Mi si è formato un dito d’acqua in cabina!

Dicevo dell’abbigliamento: puzza un po’, come di cantina. Non sarebbe un problema, (ci si abitua anche a questo), se non fosse che la peggio colpita è una delle mie due t-shirt rimaste, quella che preferisco perchè smanicata, e il body da canottaggio. La muffa, piccole macchie nere sparse ovunque, a contatto con la pelle mi crea grossi pruriti e vistosi foruncoli, come dermatite, nella zona inguinale, sulla pancia e sotto le ascelle. Tutte zone in cui la pelle è a contatto per molte ore con tessuto umido di sudore, salsedine e muffa. Ieri e oggi ho cominciato a tenere il più possibile scoperte queste zone per farle prendere aria e far asciugare i foruncoletti al sole. Farò male? Sembra che funzioni.

Tra una frase e l’altra mi sto anche preparando la cena e stasera mi ingolosisce parecchio perchè il menù prevede il mio brodo preferito con fiocchi d’avena. Solo all’inizio della traversata, fino al mese scorso, si poteva chiamare brodo, ora non più. Non gli ho ancora trovato un nome sostitutivo ma immaginatevi una zuppa così densa che potreste mangiarla con la forchetta. Prendo il brodo in polvere aggiungo acqua, 50 gr di avena, 7 salatini spezzettati e faccio bollire il tutto per un paio di minuti finché l’avena non ha asciugato per bene l’acqua, diventando quasi 3 volte il suo volume iniziale. A quel punto, cosa che sto facendo proprio in questo momento, faccio raffreddare poi aggiungo parmigiano e olio…. et voilà! E’ buonissimo, riempie e gratifica lo stomaco. Poi però bisogna bere qualche cosa di caldo per sciogliere il peso sullo stomaco. Ma voi che potete fatevi un bel minestrone che è meglio!”

L’ultima posizione rilevata per Bellini è 13°15′25.00” S e 140°37′18.00” W. E’ comunque possibile controllare dove si trova la “Rosa di Atacama II” in qualsiasi momento tramite il sito di Alex cliccando QUI.

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