Ericsson 3 conclude in prima posizione la quinta tappa della Volvo Ocean Race

di Redazione 195 views0

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Ericsson 3, uno dei due scafi dell’Ericsson Racing Team, al comando dello skipper Magnus Olsson, ha portato a termine questa mattina la lunghissima e difficile quinta tappa della Volvo Ocean Race tagliando per primo il traguardo alle 0737 ora locale (1037 GMT).
L’equipaggio scandinavo è riuscito a colmare un ritardo di 7 ore preso alla partenza della tappa ed è stato in mare per più di 43 giorni cogliendo alla fine la sua prima vittoria di tappa di questa edizione della regata, 2008 – ‘09. Per percorrere le 12300 miglia della tappa ha impiegato 40 giorni, 5 ore, 37 minuti e 57 secondi.

L’equipaggio scandinavo che ha preso parte alla quinta tappa era composto dallo skipper e capo turno Magnus Olsson (Stoccolma, Svezia), dal navigatore Aksel Magdahl (Oslo, Norvegia), dal capo turno Thomas Johanson (Helsinki, Finlandia), dai timonieri/trimmers Eivind Melleby (Oslo, Norvegia), Arve Roaas (Tonsberg, Norvegia), Martin Strömberg (Goteborg, Svezia) e Magnus Wøxen (Stoccolma, Svezia), dal comandante Jens Dolmer (Nyköbing Falster, Danimarca), dal prodieri Anders Dahlsjö (Onsala, Svezia) e Martin Krite (Lund, Sweden) e dal responsabile della comunicazione di bordo Gustav Morin (Stoccolma, Svezia).
“E’ difficile descrivere quello che provo. Tutti siamo orgogliosi e felici per la vittoria,” ha detto lo skipper Olsson, 60 anni. “Si è trattato del più grande impegno da parte di un intero team di cui abbia mai fatto parte. Individualmente non siamo forti come quelli di Ericsson 4 o di Puma. Ma tutti insieme formiamo una gran squadra.”
Per la vittoria Ericsson 3 ha conquistato 8 punti, mentre il punteggio complessivo che si è guadagnato per l’intera tappa è di 15.5 punti su un massimo di 16 che erano a disposizione; si è infatti piazzato al primo e al secondo posto anche ai due traguardi volanti. Alla fine di questa tappa più che soddisfacente Ericsson 3 ha consolidato la quarta posizione nella classifica generale, con 43,5 punti.
“E’ stata una tappa importante, troppo complessa per farci della filosofia ora” ha detto il navigatore, 30enne, Magdahl, colui che il 4 marzo scorso ha preso l’astuta decisione tattica che ha consentito ad Ericsson 3 di prendere la testa della flotta.
“Una cosa è certa: ognuno ha espresso il meglio di sé fino alla fine, e questo si vede dall’alta considerazione che ciascuno ha nei confronti degli altri membri dell’equipaggio,” ha detto Magdahl.
La quinta tappa ha preso il via da Qingdao, Cina, il 14 febbraio, ma in realtà per Ericsson 3 era iniziata 3 giorni prima, l’ 11 febbraio. In tale data infatti l’equipaggio scandinavo era partito da Taiwan per portare a termine la quarta tappa alla volta della Cina. Ericsson 3 era stato costretto a fare scalo a Taiwan il 27 gennaio in seguito ad un danneggiamento subito allo scafo. La barca è dovuta rimanere in cantiere per le riparazioni per due intere settimane.
Il 14 febbraio, mentre Ericsson 3, con un equipaggio ridotto nel numero dei velisti a bordo, si avvicinava al traguardo della quarta tappa, ha incrociato le tre barche che avevano lasciato gli ormeggi per partire per la quinta tappa. Subito dopo aver attraversato a linea del traguardo, Ericsson 3 ha puntato direttamente al molo dove l’equipaggio ha provveduto a cambiare le vele, far salire a bordo nuovi marinai, in più fare cambusa, rifornimento, caricare pezzi di ricambio vari ed extra vestiario – il tutto in solo 7 ore – quindi ha diretto la barca in direzione opposta per riprendere la navigazione.
“Ancora una volta ringrazio tutti coloro che ci hanno supportato lungo il cammino,” ha detto Magdahl. “Questa è una vittoria di squadra. Dobbiamo tantissima riconoscenza a tutti coloro che hanno dato il loro contributo alla squadra nelle differenti aree di competenza, mettendoci in condizione di raggiungere la linea di partenza di questa tappa!”
Dopo aver superato il grave colpo subito al largo della Cina, Ericsson 3 si è velocemente ricongiunto alla flotta e già dopo tre giorni si ritrovava nella sua usuale terza posizione in classifica. Ericsson 3 si era piazzato terzo in tre precedenti tappe, ma questa volta la sua classifica è migliorata.
Ericsson 3, il 4 marzo, ha transitato sul primo traguardo volante situato alla latitudine di 36° S in seconda posizione, con circa 30 minuti di ritardo dal leader, Ericsson 4. Quindi, pochi istanti dopo, l’equipaggio ha sorpreso tutti i tattici del mondo prendendo la decisione di virare in direzione Nord-Est, tornando pertanto indietro verso il traguardo volante per dirigersi in una zona di bassa pressione.
Questa mossa fu ammirata per la sua sfrontatezza. Raramente in questo tipo di competizione si manifestano casi in cui una barca si sia separa dal gruppo mentre si trova in buona posizione. Ma Ericsson 3 ha fatto questa mossa senza pensarci su due volte.
“La verità è che Aksel ha visto questa possibilità molti giorni prima dello scoring gate,” ha detto Olsson. “Era ben preparato. Ha seguito lo sviluppo della situazione. Quando ha proposto la sua idea a noi, era cosciente che l’aveva sviscerata in tutti I suoi aspetti.”
“Sono orgoglioso di questa decisione,” ha detto Magdahl, “perché ho potuto contribuire e ripagare gli sforzi fatti dalla squadra. Andando in giro e costatando quanto ciascuno è contento, si vede che è un risultato che appartiene a tutta la squadra. In questo momento c’è Grande gioia.”
Ericsson 3 ha preso il comando il 7 marzo, poi ha navigato con intelligenza nell’Oceano del Sud, spingendo forte quando questo era necessario, rallentando in altri momenti.
“Uno dei giorni più duri è stata una notte nell’Oceano del Sud,” ha detto Johanson, capo turno. “Ericsson 4 si era avvicinato molto a noi. Io ero di turno con Bagi (Wøxen) e ho pensato che dovevamo spingere un pò di più. Il vento soffiava a 35 – 40 nodi. In quel turno di guardia di 4 ore la barca ha tenuto una velocità media di 26 nodi e abbiamo guadagnato 8 miglia su Ericsson 4 . E’ stato memorabile.”
Anche Johanson ha cari ricordi della vita a bordo della barca che ha guidato la flotta al passaggio di Capo Horn. Si è trattato della sua prima volta, ma della quarta volta che un Johanson doppiava il Capo.
“Mio nonno ha doppiato il Capo nel 1901, e sia suo padre che sua madre l’avevano fatto prima di lui,” ha detto Johanson. “Doppiare Capo Horn è sempre stato un mio sogno fin da bambino.”
Quando il 17 marzo l’equipaggio ha doppiato il Capo in testa alla flotta, si calcolava che ci sarebbero voluti sei giorni per arrivare al traguardo di Rio. Invece ci sono volute quasi nove giorni per percorrere le ultime 2200 miglia.
“Ero consapevole che potevamo anche non farcela, però abbiamo sempre avuto il presentimento che l’avremmo spuntata,” ha detto Magdahl. “Quando ci si trova in una zona di alta pressione così ampia, c’è sempre la possibilità di essere raggiunti da qualcuno. Tutto quello che potevamo fare era continuare a navigare lungo la rotta migliore possibile.”
Nel momento in cui l’equipaggio nordico tagliava il traguardo i compagni di squadra di Ericsson 4 erano ancora in modalità Stealth Play. L’equipaggio internazionale si era reso invisibile ieri pomeriggio alle 1600 GMT. Usciranno dallo Stealth Mode alle 1600 GMT di oggi oppure nel momento in cui si troveranno a 50 miglia dal traguardo.