Il settore della nautica da diporto è stato uno dei più duramente colpiti dalla crisi negli ultimi anni: una serie di questioni sono ancora aperte e per la sopravvivenza del settore è più che mai necessario che queste passino quanto prima al vaglio del nuovo Governo.
I problemi sono tanti, e vanno dall’intensificazione del marketing all’estero per il recupero della clientela, a quella della retroattività del pagamento dei canoni demaniali, la quale ha inciso pesantemente anche sui piani finanziari delle aziende portuali turistiche, e che dunque dovrà essere risolta quanto prima, mettendo fine a un contenzioso che coinvolte centinaia di imprese costiere, dai porti turistici e agli stabilimenti balneari.
Entro il 2015 saranno realizzati in Italia 50.000 ormeggi, due terzi dei quali realizzati nel centro-sud Italia: questi rappresentano il frutto delle norme sulle ristrutturazioni dei porti storici, delle concessioni rilasciate dagli enti locali e della liberalizzazione dei pontili galleggianti; il problema diventa allora quello di riempirli, in una situazione di crisi che non appre indurre all’ottimismo: vi è la necessità di puntare sulla fidelizzazione della clientela, in particolare centroeuropea, puntando sul particolare appeal che in questo momento i porti del sud stanno manifestando presso i clienti tedeschi, austriaci e svizzeri, ma anche tedeschi.