Amare il mare vuol dire anche rispettarlo e questa seconda impresa non è impossibile, anche se si vuole girare il mondo in barca. Esistono infatti dei modelli di imbarcazioni ecologiche e performanti. Una di queste sarà usata da Matteo Miceli per l’impresa artica.
barca ecologica
Matteo Miceli in Malesia sulla barca ecologica ‘Pachamama’
Il velista romano impegnato nella “Top To Top” è giunto in Malesia insieme ai suoi nuovi compagni d’avventura, tra i quali si distingue – se non altro per l’età decisamente minimalista – Noè. Come tutte le “storie” che poi saranno raccontate ai giovani anche questa avventura ha avuto inizio venerdì scorso quando sono stati sciolti gli ormeggi e Pachamama, la barca ecologica di 15 metri che sfrutta l’energia eolica e solare e che abitualmente fa da casa alla famiglia Schwörer (papà Dario, mamma Sabine, i loro due figli più grandi di 4 e 3 anni, e Noè l’ultimo nato di pochi mesi), ha lasciato Singapore puntando la prua su George Town, in Malesia, dove è infine giunta ieri (lunedì 30 novembre).
Riviera 600, il motoscafo alimentato ad idrogeno, pronto per la produzione
Il 29 e 30 Aprile 2009, le società austriache Fronius, Bitter e Frauscher hanno presentato con grande successo, presso il castello Schloss Orth sul Lago Traunsee in Austria, la prima imbarcazione elettrica al mondo alimentata con celle a combustibile di idrogeno. Fronius, Bitter e Frauscher sono riusciti nell’intento di sviluppare un prodotto la cui unica fonte di energia è l’idrogeno dando corpo ad un progetto avveniristico possibile grazie al supporto del Programma EU “Regionale Wettbewerbsfähigkeit 2007-2013”, alle risorse dell’European Fond for Regional Development (EFRE) e ai fondo della regione dell’Upper Austria.
Il meccanismo è semplice ed assolutamente “verde”: il cantiere Frauscher produce il motoscafo Riviera 600 (6 mt di lunghezza per 2,2 mt di larghezza) a propulsione elettrica su cui viene installata una pila a combustibile prodotta dalla Fronius che trasforma l’idrogeno in elettricità. Bitter, la terza azienda coinvolta nel progetto ha studiato il sistema di distribuzione dell’idrogeno.