Il Giappone è la nazione protagonista di una nuova importante scoperta archeologica che ha a che fare con la nautica: in effetti, un vascello mongolo risalente al XIII secolo è stata scoperta nel fondale marino nipponico. Nello specifico, si presume che questa imbarcazione abbia preso parte all’invasione del popolo degli Urali nel ‘200, molto probabilmente nella zona più meridionale del paese asiatico. Si tratta del primo mezzo che viene ritrovato in queste condizioni, intatto e fruibile in maniera adeguata da parte degli studiosi, tanto che si è già compreso che quella stessa invasione faceva parte della serie di tentativi della Cina e del suo imperatore Kublai Khan (dinastia Yuan) di soggiogare il Giappone tra il 1274 e il 1281, circa una cinquantina di anni dopo la morte del grande condottiero Gengis Khan.
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Ancora scintille tra le baleniere e gli attivisti di Greenpeace
Gli attivisti di Greenpeace hanno ostacolato il rifornimento di carburante dalla nave cisterna Oriental Bluebird alla nave macelleria giapponese Nisshin Maru. Si trattava di un’operazione ritenuta illegale nelle acque antartiche per i rischi ambientali che essa comportava. Un gommone si è infiltrato tra le due navi rallentandone l’avvicinamento per il passaggio di carburante. I membri dell’equipaggio dell’Esperanza hanno avvertito le baleniere giapponesi che la nave di Greenpeace e gli attivisti sui gommoni si trovavano dietro l’Oriental Bluebird per impedire le operazioni di rifornimento. Ma le due navi hanno continuato ad avvicinarsi, mentre uno dei gommoni rischiava di restare intrappolato.
Due ambientalisti salgono a bordo di una baleniera giapponese per informare il capitano del divieto di pesca ma vengono catturati e imprigionati
Due membri dell’equipaggio della nave australiana “Steve Irwin” del gruppo di conservazione Sea Shepherd, saliti a bordo della nave giapponese “Yushin Maru” per informare il suo comandante che un tribunale federale australiano aveva dichiarato illegale la caccia alla balena da parte della stessa flotta giapponese nell’Antartico, sono stati bloccati a bordo della nave e tenuti prigionieri.
Greenpeace, Natale sull’Esperanza per dire no alle baleniere
L’Esperanza, la nave antibaleniere di Greenpeace, avanza sotto una pioggerellina tenue, con il freddo che aumenta onda dopo onda, mentre la nave si avvicina ai ghiacci dell’Antartide. La vita di bordo è rilassata, non c’è molto da fare prima di intercettare le baleniere giapponesi. Ecco come hanno passato il Natale i 37 attivisti tra giapponesi, tedeschi, francesi, spagnoli, inglesi. Tre gli italiani, Caterina (che sbarcherà tra poco), Gianluca e Simona.
Anche il Giappone si adegua, niente più caccia alle Megattere
Parziale ripensamento del Giappone nella sua scelta di proseguire la caccia alle balene malgrado le proteste piovute su Tokyo dai governi di mezzo mondo. Da oggi in poi la flotta di baleniere del Sol Levante attualmente impegnata nell’Antartide non ucciderà più le megattere, specie ritenuta a rischio di estinzione, senza però rinunciare a portare avanti l’obiettivo di catturare complessivamente circa mille esemplari entro l’inizio del 2008. A dare l’annuncio dello stop, precisando che durerà uno o due anni, è stato un portavoce del governo giapponese. La scelta fa seguito alla decisione australiana di spedire unità della guardia costiera per pattugliare le acque antartiche a caccia di prove da utilizzare in un eventuale processo contro il Giappone davanti alla giustizia internazionale.
Ambiente, l’Australia in soccorso delle balene
Australia e Giappone ai ferri corti. Motivo del contendere: le balene. Il governo australiano ha infatti attivato un team di ricercatori ed esperti per monitorare il numero di balene presenti in Pacifico e, di conseguenza, raccogliere prove sull’attività di caccia ai cetacei svolta dalle navi nipponiche e definita “a scopi scientifici”.